Lo spacciatore della “Trapani bene”, così è stato definito Massimiliano Voi – tra i suoi clienti professionisti e imprenditori assai conosciuti in città – è stato stangato. Ieri pomeriggio, il tribunale, presieduto da Daniela Troja, gli ha inflitto trent’anni di carcere.
Quattro in più rispetto alla richiesta avanzata dal pubblico ministero, Pierangelo Padova.
Condannati anche tutti gli altri componenti della banda di pusher, capeggiata da Massimiliano Voi. E al suo “braccio destro”, Mariano Galia è stata inflitta una pena a 21 anni e 4 mesi di reclusione.
Il sodalizio venne sgominato, nel novembre del 2014, dagli agenti della Squadra mobile di Trapani, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Un’organizzazione ben articolata, come abbiamo raccontato qui. C’ eranoi capi che facevano arrivare in città fiumi di “coca”. C’era l’autista di fiducia che faceva la spola tra Trapani e la Calabria per approvvigionarsi di sostanza stupefacente. C’erano i pusher che smerciavano la “neve” nei locali della Movida.
Il cliente più assiduo – è emerso dalle indagini – era il notaio Francesco Di Natale. E a lui, Massimiliano Voi, una volta finito agli arresti, faceva portare la droga richiesta, direttamente dal figlio, Antonio condannato a 11 anni. Di Natale, per ben sette volte avrebbe acquistato sostanze stupefacenti dal sodalizio. L’acquisto più consistente in data 23 agosto 2014, quando Massimiliano Voi – secondo la tesi accusatoria – avrebbe ceduto a Francesco Di Natale cocaina e hashish per un valore di 2000 euro. La prima cessione di droga al notaio, invece, è datata 11 luglio 2014. L’ultima sarebbe avvenuta il 06 giugno 2015. Il notaio non era sotto processo, nè indagato. Ma è tra le personalità più note e costantemente citate nel procedimento.
Massimiliano Voi e Mariano Galia erano le menti dell’organizzazione. Entrambi avevano a disposizione un garage in via Niso che usano come deposito della droga, punto di spaccio ma anche di incontro con gli altri complici. Voi e Galia gestivano i contatti con il fornitore calabrese, tale “Giovanni dei meloni gialli”. Ma potevano anche fare affidamento su Luigi Parolisi, altro fornitore di droga. Scrive il Pm nella “l’intensità dei rapporti di Parolisi con gli altri sodali ha raggiunto livelli massimi traducendosi in contatti reiterati e quotidiani per il reperimento di ulteriori quantitativi di sostanze stupefacenti”.
Parolisi è campano, ma ha tanti contatti nel Palermitano, e da lì portava la droga a Trapani. E’ ui stesso ad accompagnare in un paio di occasioni Voi in Campania per individuare nuovi fornitori. Antonio Voi aveva anche il compito di reperire l’autista per i viaggi in Calabria. Po c’era Annibale Baiata (condannato a 22 anni e 2 mesi) il cosidetto jolly. Accompagnava spesso Galia e Voi nelle trasferte, ma era anche colui che acquistava il mannitolo per il taglio della cocaina, era quindi “perfettamente a conoscenza e condivideva le finalità” del gruppo criminale. Autista di fiducia era Giuseppe Rinaudo (10 anni di carcere) , ingaggiato da Massimiliano Voi per le trasferte, anche perchè sia lui sia Galia, i due capi, non avevano la patente. Insieme vanno, ad esempio, nella zona di Rosarno, in Calabria, e nel Palermitano per approvvigionarsi di droga. Rinaudo, scrive il Pm, “risponde a ogni chiamata”. Gli altri componenti della banda condannati sono Francesco Paolo Salerno (4 anni e 8 mesi); Salvatore Damiano (5 anni e 2 mesi); Crispino Erice ( 6 anni); Giuseppa Costa (3 anni e 3 mesi); Maria Papa (3 anni e 3 mesi); Francesco Fiorino (3 anni e 3 mesi). Assolto, infine, perché il fatto non costituisce reato Dario Mighali.