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02/03/2023 09:00:00

Favignana: direttore di banca fa sparire 400mila euro dal conto di una persona disabile

Prelievo dopo prelievo, fino a rubare, in totale, 400mila euro ad una non vedente, dipendente comunale in pensione. 

La Finanza ha eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti di un uomo di 62 anni di Trapani, R.G.F., direttore di una filiale di un importante istituto di credito con agenzia sull'isola di Favignana dal 2001 al 2022.

Il provvedimento, richiesto dalla Procura della Repubblica ed emesso dal GIP del Tribunale di Trapani, consegue ad indagini espletate dai Finanzieri della Tenenza di Favignana e del Gruppo di Trapani, a seguito dell'inoltro da parte del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di alcune segnalazioni per operazioni sospette con le quali erano state segnalate numerose movimentazioni "ingiustificate" dai conti correnti di una persona affetta da cecità totale.

In particolare, veniva comunicato che, tra il 2017 e il 2021, erano stati prelevati in contanti, dai conti correnti di una persona con disabilità, oltre 400.000 euro (con una media di 100.000 euro annui e 10.000 euro al mese), prelievi in gran parte effettuati dal predetto R.G.F., nella sua mansione di direttore e gestore di investimenti della clientela privata, il quale si sarebbe appropriato indebitamente delle ingenti somme di denaro sopra evidenziate, in possesso della disabile, ex dipendente comunale ora in pensione.

 Il modus operandi rilevato nel corso delle complesse indagini ha evidenziato chiaramente come l'indagato avesse scelto la sua "preda" tra i clienti più facoltosi presenti sull'isola ma anche tra quelli anziani ed in precario stato di salute, possibilmente soli o con congiunti lontani di cui era riuscito a guadagnarsi la totale fiducia.

Nel suo proposito criminoso, il direttore di banca era stato molto abile nel creare con la ex impiegata del Comune di Favignana un rapporto esclusivo e personale, arrivando in taluni casi anche a risolvergli problemi di carattere quotidiano, il tutto ovviamente finalizzato ad ottenere la completa gestione del cospicuo patrimonio finanziario in possesso della vittima.

In tal modo ha potuto arbitrariamente simulare la sottoscrizione di polizze di investimento, impadronirsi di somme relative a disinvestimenti non disposti dalla titolare, effettuare bonifici e prelevamenti diretti sui suoi conti correnti e a sua insaputa.

Per raggiungere tali scopi ha più volte creato anche documenti bancari e deleghe ad operare con sottoscrizioni false ed acceso rapporti bancari sconosciuti alla vittima, al fine di meglio effettuare le anzidette operazioni. In molte occasioni, inoltre, per effettuare i prelievi illeciti avrebbe utilizzato indebitamente le credenziali di altri colleghi di banca.

I reati contestati sono quelli di furto aggravato (artt. 624 e 625 c.p.) e di autoriciclaggio delle medesime somme di provenienza delittuosa (art. 648 ter.1 c.p.).
L’Autorità Giudiziaria inquirente, in ordine ai reati contestati, ha disposto nei confronti dell’ex direttore di banca, il sequestro preventivo, in funzione della successiva confisca, sino all’importo di 350 mila (pari alla somma complessiva sottratta alla disabile nel corso degli anni) dei suoi conti correnti; nonché, per un importo di 40 mila euro circa, di un immobile a Trapani acquistato, in parte, con le somme di denaro illecitamente prelevate dai conti della vittima. Le indagini sono tuttora in corso con riguardo all’approfondimento della posizione di vari soggetti sui conti correnti dei quali sono transitate le somme prelevate alla vittima nonché sulla ricostruzione dei flussi finanziari impiegati dall’indagato per l’acquisto dell’immobile sequestrato.

La Direzione dell’Istituto di Credito coinvolto nell’indagine, dopo che aveva avviato immediatamente la procedura di sospensione del direttore indagato, aveva risolto negli scorsi mesi il rapporto di lavoro.

Una circolazione così elevata di denaro contante, non solo potrebbe costituire una violazione delle norme antiriciclaggio, ma potrebbe anche alimentare fenomeni illegali connessi ad attività usurarie.

Le somme trafugate dal conto corrente della truffata, infatti, potrebbero essere state trasferite a terzi ed impiegate in attività illecite.