E' stato condannato a dieci anni Maurizio Lipani, il commercialista che per anni, specie dopo la vicenda Saguto, era considerato il nuovo volto dei commercialisti antimafia e lontano da "cerchi magici". Oltre a Lipani, condannato in continuazione di una precedente sentenza, è stata condannata anche la moglie, Maria Teresa Leuci, anche lei commercialista, a tre anni e 9 mesi.
Lipani per i giudici si è appropriato dei beni delle aziende sequestrate alla mafia e ora dovrà risarcire anche anche un mafioso, Angelo Rosario Parisi, condannato anni fa per essere stato organico alla famiglia mafiosa dell'Uditore. Il processo riguarda la vicenda della "Edilizia 93", dove Parisi si è costituito parte civile assieme al fratello, Pietro, che era stato assolto dalle accuse di mafia, e ai loro familiari, perché hanno ritenuto di aver subito un danno dall'amministratore giudiziario.
La società saccheggiata da Lipani non pagò i debiti ed essendo una società in nome collettivo i soci sono finiti tutti nella black list. Il giudice ha riconosciuto ai Parisi e alle loro mogli una provvisionale di 30mila euro. Dalla "Edilizia 93" scomparvero 100mila euro.
Lipani da anni accumulava incarichi in tutta la Sicilia e non solo (qui la ricostruzione di Tp24). A Palermo gli erano stati affidati i patrimoni dei boss Nino Rotolo, dei Pipitone e dei Seaglia. A Reggio Calabria quello dell'ex deputato e armatore Matacena, poi a Trapani, la gestione del patrimonio sequestrato alla famiglia Agate.
Con il figlio del boss Mariano, Epifanio, Lipani aveva un rapporto diretto, consentendo ad Agate junior di continuare ad avere rapporti con i clienti. E proprio dai sospetti su questa vicenda partirono le indagini su Lipani che negli anni non si era fatto mancare una lussuosa villa all'Arenella, un'altra villa a Cefalù e un immobile in centro a Palermo.