L'assessorato all'Energia della Regione Siciliana realizzerà una mappa dei progetti di impianti eolici offshore che riguardano l'Isola e avvierà un confronto con il governo nazionale per avere le garanzie sugli indennizzi alle marinerie locali e sulla dismissione di questi impianti a lungo termine.
È quanto emerso dalla riunione della commissione Ambiente dell'Ars, che su richiesta di alcuni deputati, primo firmatario il dem Nello Dipasquale, ha affrontato il nodo dei parchi eolici offshore in Sicilia ascoltando gli assessori al territorio e all'Energia Elena Pagana e Roberto Di Mauro.
"Ringrazio gli esponenti del governo per il loro contributo - dice Dipasquale - e per l'impegno da loro annunciato per fare chiarezza su un tema delicatissimo che riguarda il futuro della Sicilia, segno che la preoccupazione è condivisa". Dipasquale poi aggiunge: "Nessuno è contrario alla decarbonizzazione e tutti siamo favorevoli all'energia pulita, ma è innegabile che la stragrande maggioranza di questi progetti, messi a punto dalle grandi multinazionali grazie anche alle risorse europee, riguardi soltanto la Sicilia ma l'Isola non è di certo l'unica area che può vantare una massiccia presenza di vento".
Il parlamentare del Partito democratico sottolinea soprattutto due criticità: "Stiamo togliendo aree preziose alle marinerie di Sicilia, che dovranno fare a meno di milioni di meri quadrati di mare, e tutto questo senza ancora avere capito con quali meccanismi di indennizzo per questo settore già pesantemente in crisi. Con questi progetti, infatti, si rischia di perdere il 60% della flotta peschereccia dell'Isola. A tutto questo - osserva ancora Dipasquale - si aggiunge l'impatto visivo, che sarà notevole anche dalla terraferma, e l'assenza di autentiche garanzie per la dismissione di questi impianti tra 30 anni. Molti, infatti, sconfineranno in acque internazionali e nessuno Stato sarà disposto a sobbarcarsi le spese per lo smaltimento". Il rischio, secondo Dipasquale, è che "il Mediterrano diventi un immenso cimitero di pali eolici dismessi".
Il deputato ragusano quindi conclude: "Si sta affrontando il tema con troppa superficialità. La competenza è dello Stato ma è anche vero che il governo regionale non può essere spettatore davanti a questi rischi. Serve un confronto con Roma affinché la Sicilia abbia tutte le garanzie necessarie".