Coinvolto nell’indagine sul voto di scambio politico-mafioso a Petrosino, Aldo Caradonna si è dimesso da presidente del consiglio comunale.
A differenza del collega Michele Buffa, finito ai domiciliari, per Caradonna non è stato emesso nessun provvedimento cautelare. Ma secondo gli investigatori anche lui avrebbe stretto un patto per la campagna elettorale con Marco Buffa, capo decina di cosa nostra a Petrosino, finito in carcere a settembre nell’operazione antimafia Hesperia.
Per Leonardo (Aldo) Caradonna c'è stata anche una perquisizione a casa, e la notifica dell'avviso di garanzia per il reato di voto di scambio politico - mafioso. Classe '72, Caradonna è impiegato alle Poste. Gli inquirenti sospettano che anche lui avrebbe beneficiato dei voti della mafia.
Michele Buffa e Leonardo Caradonna sono stati eletti consiglieri comunali con la lista "Alternativa Insieme per Petrosino - Giacomo Anastasi Sindaco". La lista ha vinto le elezioni a Petrosino per soli 16 voti di scarto.
Caradonna prende 433 preferenze, è il più votato, e verrà eletto anche alla presidenza del consiglio comunale. Gli investigatori, però, sospettano che parte di quei voti siano frutto di un accordo con il capo decina Marco Buffa.
Proprio il giorno delle elezioni, il 12 giugno 2022, Marco Buffa telefona a Caradonna. Riferisce che i suoi familiari si trovavano al seggio e gli chiedeva se nella scheda elettorale avessero dovuto inserire il nome “Leonardo” o il nomignolo “Aldo” con il quale Caradonna era solito farsi chiamare: “Mio suocero sta andando a votare… mia moglie dice se mette Caradonna lo stesso è?”. Il politico risponde che non fa differenza: “Puoi mettere Aldo, puoi mettere Caradonna, puoi mettere Aldo Caradonna. Come vuoi…”.
L’effetto non cambia.
Tra Marco Buffa e l’ormai ex presidente del consiglio comunale, allora candidato, i rapporti erano abbastanza stretti. Per telefono Buffa lo salutava così: “ciao vita mia, ciao cuore”. Caradonna rispondeva: “Ciao Mafco mio, ciao compare”.
Tant’è che dopo la mezzanotte del giorno delle elezioni i due si risentono. E da quel dialogo, secondo gli investigatori, “emergeva che il Buffa verosimilmente aveva stretto un accordo anche con il Caradonna, al quale l’associato mafioso ricordava i termini del patto”. O comunque si comprendeva che lo stesso Caradonna fosse perfettamente consapevole dell’esistenza di un accordo tra Marco e Michele Buffa “in forza del quale Marco Buffa aveva svolto un vero e proprio ‘lavoro’ per conseguire un risultato ‘utile’”.
Marco Buffa dice infatti: “Non vorrei che ho fatto un lavoro fatto inutilmente perchè mi prende la testa, ci rimango male. Te lo giuro ci rimango male”. Caradonna: “Speriamo di no”.
Il giorno dopo è quello dello spoglio delle schede. I candidati sindaco sono appaiati, Giacomo Anastasi, Marcella Pellegrino e Roberto Angileri arriveranno divisi da una manciata di voti. Vince Anastasi al fotofinish.
Durante lo spoglio Marco Buffa chiama a Caradonna: “Come siamo combinati?”. Il politico conferma che c’è un testa a testa. Ma è fiducioso: “ce la faccio”. Anche Marco Buffa: “Ce la facciamo, ce la facciamo”.
Qualche ora dopo Buffa riceve la telefonata di una elettrice che gli conferma di aver votato per Aldo Caradonna così come promesso, ma che era dispiaciuta del fatto che il candidato non era andato a trovarla a casa.
Si tratta della stessa signora che aveva raccontato a Buffa di aver ricevuto la visita della candidata Sindaca Marcella Pellegrino, avversaria di Anastasi nella competizione elettorale, alla quale aveva negato il proprio sostegno, perchè i voti li dava solo a chi gli da da "mangiare" e le "faceva la spesa". E aggiunge: "Io oggi la spesa l'ho fatta grazie a Marco Buffa". Qualche giorno dopo Buffa richiama Maria, la mette in vivavoce, è con un politico. E la signora promette "cinque voti sicuri", che possono aumentare in caso di "aiuto". Chiede ad esempio cinquanta euro, ed altro.
Lo spoglio finisce. Anastasi vince per pochissimi voti, i candidati di Buffa vengono eletti. “Il cavallo buono è salito”. Buffa è felice, e attribuisce quella vittoria al suo “lavoro” e adesso può “dire mezza parola” nonchè, secondo le sue aspettative e ciò che gli sarebbe stato prospettato, accedere ai “lavori socialmente utili”.
Aldo Caradonna, forte dei 433 voti, viene eletto presidente del consiglio comunale. Seconda carica della città, oggi rimasta vacante dopo le sue dimissioni.