“Il fatto non costituisce reato”. Con questa formula il giudice monocratico di Marsala Bruno Vivona ha assolto il 23enne trapanese Riccardo Indolfi dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
“Con quella bottiglia in mano – ha sostenuto l’avvocato difensore Vito Cimiotta – Indolfi non voleva fare del male al poliziotto intervenuto per sedare la lite, ma soltanto difendersi da un’aggressione da parte di tre extracomunitari”. Teatro dei fatti, il 27 giugno 2020, a Marsala, è stata Porta Mazara, più volte in passato luogo di risse. Nel decreto di citazione a giudizio del gip Francesco Parrinello è scritto che Indolfi avrebbe commesso il reato contestato “perché usava violenza per opporsi agli agenti della polizia di Stato mentre compivano un atto del loro ufficio – nella specie quali componenti dell’equipaggio comandato ad espletare un controllo a seguito di una segnalazione di rissa in atto, con in mano una bottiglia di birra, si avvicinava all’assistente capo S.D.S. con l’intento di colpirlo”.
Ma nel processo l’avvocato Cimiotta è riuscito a dimostrare che non era questo l’intento del suo cliente, ma semplicemente quella bottiglia sarebbe stata un’arma per difendersi dagli aggressori, con i quali, poco prima, aveva avuto una colluttazione. Si è dimostrato, ha concluso il difensore che “l’Indolfi non voleva offendere il poliziotto intervenuto”.