C'era un rapporto epistolare "molto intenso" tra Matteo Messina Denaro e Laura Bonafede, figlia del boss di Campobello Leonardo Bonafede e moglie dell'ergastolano Salvatore Gentile.
La scoperta nasce dal ritrovamento al padrino di Castelvetrano di una lettera-diario scritta da una persona che si firmava con lo pseudonimo di "cugino" per proteggere la sua vera identità e diretta a Messina Denaro. Nel pizzino Messina Denaro risponde a un precedente messaggio di "cugino". "Ci siamo visti da vicino ed anche parlati. - scriveva il capomafia all'interlocutore - mi avrai trovato invecchiato e stanco (…) a me ha fatto piacere vederti e parlarti, cercavo di tenere la situazione sotto controllo ma non ho visto niente di pericoloso, certo c'è da vedere cosa ha pensato l'affetta-formaggi, perché a te ti conosce e sa che tipo sei, a me mi conosce di vista come cliente ma non sa nulla, certo ora che mi ha visto parlare con te sarà incuriosito di sapere chi sono. "Il termine "affetta formaggi" insospettisce i militari che si ricordano che nel covo di Campobello di Messina Denaro c'era uno scontrino della Coop del 14 gennaio. A quel punto acquisiscono le immagini interne del negozio e vedono Messina Denaro davanti al banco dei salumi parlare con Laura Bonafede. E' la svolta nell'identificazione di "cugino" che fa rivalutare tutta la corrispondenza scoperta.
Spunta anche il nome di Martina Gentile, la nipote del boss Leonardo Bonafede, in un pizzino citata da Matteo Messina Denaro come esempio di educazione e virtù, in contrapposizione alla figlia naturale Lorenza . Martina, figlia di Laura Bonafede, amica stretta di Messina Denaro, e dell'ergastolano Salvatore Gentile, avrebbe intrattenuto una corrispondenza con il boss che nei biglietti trovati nel suo covo la chiamava Tan. In un appunto Messina Denaro scrive di avere inoltrato una lettera l'11 aprile 2022, tramite "Lest" (uno dei nomi in codice della Lanceri) a "cugino" (Laura Bonafede) e a "Tan" la figlia della donna, Martina Gentile detta Tania. Con la ragazza il boss ha avuto dunque uno scambio di messaggi. Dal carteggio rinvenuto emerge anche che “Margot” è in realtà l’auto acquistata dal boss, l’Alfa Romeo Giulietta intestata all’anziana madre del geometra Andrea Bonafede, l’uomo che ha prestato la sua identità all’ex superlatitante, ma non solo, la donna fa anche riferimento ad altri presunti fiancheggiatori del boss indicati come “Bagnino”, “Blu” e “Squallido”, non identificati.