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17/03/2023 06:00:00

  La rete di Messina Denaro. I Bonafede, coniugi devoti al boss, e le lettere d’amore

Pezzo dopo pezzo, come un puzzle, gli investigatori stanno ricostruendo la latitanza di Matteo Messina Denaro.

Il boss, arrestato due mesi fa dopo 30 anni di latitanza, ha potuto godere di una fitta rete di fiancheggiatori pienamente devoti al “padrino”. Come i vivandieri arrestati ieri, Lorena Lanceri e Emanuele Bonafede.


E da questa ulteriore operazione, che porta a sei i fiancheggiatori fermati, vengono fuori molte cose, ulteriori spaccati della latitanza del boss di Castelvetrano.

C’è la conferma che girava indisturbato per Campobello. Andava tranquillamente a pranzo e a cena dai coniugi Bonafede. Emerge il suo rapporto con le donne, con la Lanceri, che gli preparava il pranzo, controllava se c’era polizia in giro prima di farlo uscire, ed era anello fondamentale nella catena di trasmissione dei pizzini. Pizzini, che spesso erano lettere d’amore, come quelle che si sarebbe scambiato il boss con la maestra d’asilo Laura Bonafede, figlia del boss Leonardo Bonafede.
Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri sono stati arrestati ieri, dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani, per favoreggiamento.

 

COME SI E’ ARRIVATI AI BONAFEDE-LANCERI
Tutto parte dalla testimonianza di una delle pazienti con cui Messina Denaro, malato di tumore, faceva la chemioterapia alla clinica La Maddalena di Palermo e che era diventata amica del boss. Sentita il 18 gennaio dai carabinieri, la testimone racconta che Messina Denaro, da lei conosciuto come Andrea Bonafede, le aveva detto di avere una storia con una ragazza di nome Diletta. Il finto Bonafede aveva anche messo in contatto le due donne tramite chat audio. La paziente le ha conservate e le consegna ai militari del Ros. "Ah c'è Diletta che ha il covid gliel'ho passato io si sta curando stiamo qua a casa assieme e Diletta ti saluta anzi ora te la passo per messaggio", si sente in una delle chat vocali che Messina Denaro manda all'amica e che i carabinieri ascoltano.
Segue l'audio di Diletta inviato sempre alla paziente: "Io qua con la creatura (fa riferimento al boss) quello che mi sta facendo passare non solo mi ha trasmesso il covid però alla fine per lo meno mi fa ridere perché è simpatico". Durante la registrazione dei vocali (inviati tutti dal telefono di Messina Denaro), però il cellulare di Diletta riceve una chiamata. Nella registrazione delle conversazioni, poi ascoltata dagli investigatori, si sente lo squillo e la donna rispondere. L'analisi delle celle telefoniche svela ai militari l'identità di Diletta. Nell'istante in cui le chat vocali vengono registrate e il cellulare della donna che è col boss riceve la chiamata i telefonini di Messina Denaro e della Lanceri agganciano le stesse celle. I due, evidentemente, sono insieme. E dunque Diletta è la Lanceri. Infine in alcuni messaggi che il padrino manda alla sorella Rosalia si comprende chiaramente quanto Diletta conti per lui. Raccontando le ore successive all'intervento chirurgico subito a maggio del 2021 il boss scrive: "ero tutto bagnato dal sudore, Diletta che lavò i miei indumenti li torceva ed uscivano gocce di acqua, era senza parole".

 

IL SIGARO E IL COGNAC
Una foto di Matteo Messina Denaro che fuma un sigaro e tiene in mano un bicchiere da Cognac scattata a casa di Emanuele Bonafede e della moglie Lorena Lanceri, arrestati oggi, è tra gli elementi che incastrano i due coniugi accusati di favoreggiamento. La foto risale a qualche anno fa e mostra solo il corpo dell'allora latitante al quale è stato appositamente tagliato il volto ed è stata sicuramente scattata nel salotto della abitazione della coppia.

 

 


IL BLUFF DELLA COPPIA
Il 23 gennaio scorso, sette giorni dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri, si sono presentati spontaneamente in caserma per riferire di conoscere il capomafia di Castelvetrano.
Gli era stato presentato dal geometra Andrea Bonafede, l’uomo che ha fornito la falsa identità al padrino di Castelvetrano nell’estate del 2018. Aveva detto di chiamarsi Francesco Salsi e di essere un medico in pensione. Da allora aveva frequentato occasionalmente la loro casa.
Ma è un bluff. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo hanno in mano dei pizzini che li smentirebbero. Nel 2017 o in epoca antecedente, Messina Denaro è stato il padrino di cresima del figlio della coppia, a cui aveva regalato un Rolex Oyster Perpetual da 6.300 euro.


PADRINO, DI CRESIMA
Padrino di mafia. E padrino di cresima. Emerge anche questo dall'ultima inchiesta sulla rete di volenterosi complici di Matteo Messina Denaro.
Nel 2017, Matteo Messina Denaro fu padrino di cresima di Giuseppe Bonafede, il figlio della coppia arrestata a Campobello di Mazara. In quell’occasione, il latitante diede 6300 euro ai genitori del ragazzo, per l’acquisto di un costoso orologio Rolex Oyster Perpetual, che venne comprato l’11 gennaio 2017 alla gioielleria Matranga di Palermo. Questo hanno scoperto i carabinieri dopo alcuni accertamenti. Di quei soldi è stata trovata traccia anche nella contabilità di Messina Denaro.
Su questo orologio, sequestrato dagli investigatori, i coniugi hanno dato versioni contrastanti.


“IL BELLO DELLA VITA SEI TU”
Non solo avrebbe ospitato e assistito per lungo tempo il boss latitante Matteo Messina Denaro in casa sua e del marito, preparandogli pranzo e cena, ma il rapporto tra il capo di cosa nostra, Matteo Messina Denaro, e Lorena Lanceri, arrestata ieri,, andava molto oltre.
Secondo gli inquirenti, per lungo tempo la donna aveva assunto il ruolo di veicolo di informazioni tra Matteo Messina Denaro e altre persone a lui molto vicine, intessendo con lui un rapporto strettissimo col nome di codice di "Diletta".
Quando Messina Denaro si è affidato alla famiglia Bonafede per la sua latitanza negli ultimi anni, i rapporti infatti si sono intensificati sempre di più tanto che alla donna era stato dato il compito di inviare e ricevere messaggi tra il boss e un’altra donna, Laura Bonafede, la figlia del capomafia di Campobello, con la quale il boss era in contatto.
“I dati ricavabili da una missiva scritta da Laura Bonafede a Matteo Messina Denaro consentono di affermare, in particolare, che Lorena Lanceri era indicata come “tramite”” scrive il Gip nell’ordinanza. Tra le due donne sembra esserci un po’ di gelosia. “Ho visto Margot (l’auto n.d.r.) dal Tramite, stranamente non mi sono arrabbiato, non sono andato su tutte le furie come di solito mi succede. Mi ha dato parecchio fastidio, questo non lo posso negare. Mi ha dato fastidio non sapere cosa stessi facendo in quel momento, non sapere se eravate se eravate soli, se ti saresti fermato ancora a lungo. Oggi ho pensato: almeno non si nascondo. Contorto come pensiero? No, solo che preferisco sapere e non essere preso in giro” scriveva infatti Laura Bonafede dopo aver visto l’auto del boss davanti casa di Lorena Lanceri. Scrive di se stessa al maschile, Laura Bonafede, perchè il suo nome in codice è “Cugino”.

 


IL RAPPORTO CON LA MAESTRA
C'era un rapporto epistolare "molto intenso" tra Matteo Messina Denaro e Laura Bonafede, figlia del boss di Campobello Leonardo Bonafede e moglie dell'ergastolano Salvatore Gentile. Laura Bonafede è maestra di asilo a Castelvetrano.


La scoperta nasce dal ritrovamento al padrino di Castelvetrano di una lettera-diario scritta da una persona che si firmava con lo pseudonimo di "cugino" per proteggere la sua vera identità e diretta a Messina Denaro. Nel pizzino Messina Denaro risponde a un precedente messaggio di "cugino". "Ci siamo visti da vicino ed anche parlati. - scriveva il capomafia all'interlocutore - mi avrai trovato invecchiato e stanco (…) a me ha fatto piacere vederti e parlarti, cercavo di tenere la situazione sotto controllo ma non ho visto niente di pericoloso, certo c'è da vedere cosa ha pensato l'affetta-formaggi, perché a te ti conosce e sa che tipo sei, a me mi conosce di vista come cliente ma non sa nulla, certo ora che mi ha visto parlare con te sarà incuriosito di sapere chi sono. "Il termine "affetta formaggi" insospettisce i militari che si ricordano che nel covo di Campobello di Messina Denaro c'era uno scontrino della Coop del 14 gennaio. A quel punto acquisiscono le immagini interne del negozio e vedono Messina Denaro davanti al banco dei salumi parlare con Laura Bonafede. E' la svolta nell'identificazione di "cugino" che fa rivalutare tutta la corrispondenza scoperta.

 


Spunta anche il nome di Martina Gentile, la nipote del boss Leonardo Bonafede, in un pizzino citata da Matteo Messina Denaro come esempio di educazione e virtù, in contrapposizione alla figlia naturale Lorenza. Martina, figlia di Laura Bonafede, amica stretta di Messina Denaro, e dell'ergastolano Salvatore Gentile, avrebbe intrattenuto una corrispondenza con il boss che nei biglietti trovati nel suo covo la chiamava Tan. In un appunto Messina Denaro scrive di avere inoltrato una lettera l'11 aprile 2022, tramite "Lest" (uno dei nomi in codice della Lanceri) a "cugino" (Laura Bonafede) e a "Tan" la figlia della donna, Martina Gentile detta Tania. Con la ragazza il boss ha avuto dunque uno scambio di messaggi. Dal carteggio rinvenuto emerge anche che “Margot” è in realtà l’auto acquistata dal boss, l’Alfa Romeo Giulietta intestata all’anziana madre del geometra Andrea Bonafede, l’uomo che ha prestato la sua identità all’ex superlatitante, ma non solo, la donna fa anche riferimento ad altri presunti fiancheggiatori del boss indicati come “Bagnino”, “Blu” e “Squallido”, non identificati.