La prima sezione della Cassazione ha annullato “perché il fatto non sussiste” le condanne che erano state inflitte a due marsalesi, una guardia giurata in servizio di vigilanza armata, con autorizzazione scaduta, ma in attesa di rinnovo, a portare la pistola, e il responsabile dell’istituto di vigilanza privata “La Guardia”, che al primo consentì, secondo l’accusa, di svolgere regolarmente servizio. Al centro della vicenda sono stati, rispettivamente, Gaspare Salvatore Tumbarello, di 56 anni, e Antonino Chirco, di 58.
In primo grado, quest’ultimo era stato condannato dal Tribunale di Marsala a due anni e un mese di reclusione, con 10 mila euro di multa, mentre per il Tumbarello la pena era stata di due anni e 6 mila euro di multa. In appello, la pena fu ridotta ad entrambi ad un anno e quattro mesi. Eper Chirco “non doversi procedere” per uno dei due capi d’imputazione. Adesso, a seguito del ricorso presentato dagli avvocati difensori Luisa Calamia, Luigi Pipitone, Antonio Salmeri e Stefano Pellegrino, la Cassazione ha annullato “senza rinvio” la sentenza d’appello.
Per altro, con una formula (“perché il fatto non sussiste”) che entra nel merito, assolvendo i due imputati. All’epoca dei fatti, Tumbarello effettuava vigilanza armata al depuratore fognario di Campobello di Mazara nonostante l’autorizzazione a portare l’arma da fuoco risultasse scaduta, ma in attesa di rinnovo.