E’ probabile che ci sia stato un errore di persona nell’individuazione dell’uomo che il 18 agosto 2020, sul lungomare Boeo, nei pressi del Monumento ai Mille, ha accoltellato al volto, sfregiandolo, il 45enne marsalese Andrea Sorrentino. E’ emerso nel corso dell’udienza
preliminare davanti al gup Riccardo Alcamo, chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio, per lesioni gravi, avanzata dalla Procura per il 36enne marsalese Massimo Tony Castelli.
Il difensore di quest’ultimo, l’avvocato Diego Tranchida, spiega, infatti, che la “parte offesa” ha dichiarato che chi lo ha accoltellato “fa lo spazzino, pulisce le piazze”, ha una “moglie grassa” e che il motivo della lite sarebbe stato il furto della bicicletta al figlio di chi gli ha sferrato il fendente arrivandogli da dietro. “E’ evidente che c’è un errore di persona – dice l’avvocato Tranchida – il mio assistito, Massimo Tony Castelli, non fa lo spazzino. Ha sempre lavorato come banconista di bar, non ha una moglie grassa, non ha un figlio maschio, ma una figlia, che non ha mai subito il furto di una bicicletta”.
E per questo, il difensore ha chiesto per il suo cliente il rito abbreviato condizionato al confronto in aula con il Sorrentino, che si è costituito parte civile tramite l’avvocato Vito Daniele Cimiotta. Il giudice Alcamo ha, quindi, rinviato l’udienza al 24 maggio per il confronto finalizzato al “riconoscimento personale” in aula. Per gli sfregi permanenti la legge prevede pene molto severe: da otto a 14 anni di carcere.