Si ricerca l’unità del centrodestra, si sprecano appelli e su Catania resta un problema molto serio: Fratelli d’Italia vorrebbe il candidato sindaco ma la Lega resta in campo con Valeria Sudano.
Non c’è nessun accordo, tenta di mediare il presidente della Regione, Renato Schifani, che vorrebbe trovare una sintesi tra la Sudano e Manlio Messina, nome meloniano, che si accompagna però a quello di Sergio Parisi, più accreditato.
Ma accanto ai grandi partiti a chiedere spazio è la Nuova DC di Totò Cuffaro e l’MPA di Raffaele Lombardo, che qualche settimana fa aveva pure proposto il suo stesso nome, una provocazione dettata dalle fughe in avanti degli alleati.
Su Catania ad una decisione si arriverà la prossima settimana, lo hanno deciso al tavolo di coalizione Annalisa Tardino per la Lega, Salvo Pogliese e Giampiero Cannella per Fratelli d’Italia, Marcello Caruso per Forza Italia, Massimo Dell’Utri per Noi con L’Italia, Fabio Mancuso per gli autonomisti e Carmelo Pace per la Dc Nuova. Tavolo che una volta insediatosi sarà permanente per affrontare le amministrative successive.
Il partito di Giorgia Meloni qualora dovesse incassare il nome del candidato sindaco di Catania dovrebbe ritirarne uno dei suoi in altre città chiamate al voto, senza escludere nemmeno Trapani, dove, peraltro, Miceli non è proprio avallato da tutto il partito.
Fratelli d’Italia, forte della percentuale nazionale, vorrebbe imporre i candidati sindaco in ogni città, è accaduto anche a Trapani, dove per rafforzare la candidatura di Maurizio Miceli è prevista la chiusura della campagna elettorale con la presenza di Giorgia Meloni, nel frattempo sono tutti pronti per accogliere a turno Donzelli, Crosetto, La Russa.
In tutti i territori siciliani il centrodestra se sta unito lo fa con grande difficoltà e con molti mal di pancia, Forza Italia a Trapani dovrebbe consegnare al candidato Miceli la lista, responsabilità a cui è chiamato il coordinatore provinciale Toni Scilla.
L’area intanto che fa capo a Gianfranco Miccichè si va lentamente dissolvendo o viene rimpiazzata, cambiati pure i vertici palermitani sia comunali che provinciali.
A dire la sua il vicepresidente dell'Ast Eusebio D'Alì: "La polverizzazione dell'area Micciché, il cui ultimo atto è andato in scena con le nomine locali, è la dimostrazione che al comando non c'è gente che ama il partito e le logiche dell'inclusione, ma ama sé stessa e le logiche delle correnti. Chi lo conosce sa quanti passi indietro Micciché ha chiesto di fare ai suoi fedelissimi, me compreso, in nome di Forza Italia".