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05/04/2023 06:00:00

  I diritti negati ai figli delle coppie gay

 
Esistono. Sono i bambini delle coppie gay, hanno gli stessi diritti di tutti gli altri bambini ad esistere, a vivere, a sognare, ad essere riconosciuti come persone. Invece in Italia questi diritti sono negati, perché l’ordinamento non prevede la possibilità che una coppia dello stesso sesso possa essere genitore.


Nessuna tutela, un vuoto normativo che inghiotte tutti. Non si tratta di famiglie arcobaleno. Sono famiglie. Punto. Non importa se in quella casa ci sono due mamme, due papà o una mamma e un papà, dentro quella casa ci deve essere l’amore verso i figli. In Italia tutto diventa difficile, anche adottare.

L’adozione per coppie dello stesso sesso è consentita in Spagna, Portogallo, Francia, Malta, Islanda, Regno Unito, Irlanda, Germania, Svizzera, Novergia, Croazia, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Svezia, Finlandia, Austria, Slovenia.
Alla fecondazione eterologa poi possono accedere in Italia le coppie composte da un uomo e una donna. Situazione diversa in altri Paesi come il Portogallo, Irlanda, Belgio, Spagna, Francia, Finlandia, Germania, Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, Regno Unito, Islanda, Norvegia, Germania, Svizzera, Austria e Malta, lì le coppie di donne possono ricorrere alla fecondazione eterologa. Il nascituro viene registrato e riconosciuto come figlio di entrambe le mamme.
Cosa succede nel nostro Paese se la coppia omosessuale ricorre alla fecondazione eterologa all’estero?
Una volta rientrati in Italia la madre sarà una single, cioè l’esercizio genitoriale è concesso solamente ad una di loro. Una follia.

Cosa può fare l’altra mamma? Si apre una lunga trafila al Tribunale dei Minori per ottenere l’adozione in casi particolari.
E quindi via ad una serie di incontri con gli assistenti sociali, che devono vagliare il legame affettivo, che il bambino stia bene, che viva in serenità e che se ne possa prendere cura da un punto di vista economico. Il giudice poi deciderà, in genere entro l’anno dall’avvio delle pratiche. Lungo è il dibattito in Italia in queste settimane sulla maternità surrogata, che in maniera dispregiativa viene indicata come utero in affitto, utilizzata peraltro molto poco dalle coppie gay.

In termini medici si chiama gestazione per altri: una donna porta avanti la gravidanza grazie al concepimento con gameti esterni alla coppia.
Una volta nato il bambino è figlio dei genitori che hanno utilizzato questa pratica, vietata non solo in Italia ma in gran parte dell’Europa, ad eccezione della Grecia dove non c’è alcun divieto e non è nemmeno regolamentata. E’ legale in Canada, dove le coppie gay o eterosessuali possono ricorrere solo pagando le spese mediche che la gestante deve sostenere durante i 9 mesi, è anche legale in America, dove invece è previsto un compenso per la donna.

In questo groviglio di discussioni, che in Italia sono di spessore mediatico e di spot elettorale, specie per le destre che ululano al reato universale per chi dovesse ricorrere alla gestazione per altri, c’è un Parlamento che fa altro e non discute sul fatto.
Ci sono dei bambini che non hanno alcuna colpa e che devono dalla legge essere tutelati,
lo dice seraficamente la Corte Costituzionale: “Il legislatore dovrà al più presto colmare il denunciato vuoto di tutela, a fronte di incomprimibili diritti dei minori”. Nessuno può ignorare questo richiamo e soprattutto non si possono ignorare i bambini.