“Mi dovete consegnare sia i mezzi che l’attrezzatura, dovete lasciare tutto e andarvene, altrimenti vi sparo”. E’ quanto avrebbe intimato, la scorsa estate, un 42enne marsalese (V.I.) a quattro operai di Formula Ambiente che ad Amabilina stavano lavorando alla scerbatura con i decespugliatori. L’uomo, che ha precedenti per droga e armi, li avrebbe minacciati impugnando una pistola giocattolo che però, essendo priva di tappo rosso, sembrava un’arma da fuoco vera.
La notizia della tentata rapina viene fuori adesso dall’avviso conclusione indagini preliminari, atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. I reati ipotizzati sono tentata rapina a mano armata, porto abusivo di arma giocattolo (ma che sembrava vera) e interruzione di pubblico servizio. Nel capo d’imputazione, a firma del pm Stefania Tredici, si legge che V.I., il 25 luglio 2022, nel quartiere Amabilina, dopo essere arrivato a bordo di una vecchia Fiat 500, avrebbe minacciato i quattro dipendenti di Formula Ambiente con una pistola di colore grigio modello 85 Auto calibro 8 mm, dotata di caricatore e priva del tappo rosso, intimando agli operai di consegnargli le loro attrezzature di lavoro, nonché i mezzi di trasporto della ditta, e poi di andare via.
“Ora mi prendo gli attrezzi e ti sparo sul piede – avrebbe detto V.I. a uno dei lavoratori – così poi gli racconti che tu volevi difenderti e cercavi di impedirmi di sparare”. E all’arrivo di un altro operaio, fino a quel momento impegnato a raccogliere gli sfalci d’erba tagliata, aggiungeva: “Da qui adesso voi siete entrati ma non ve ne andate più, mi dovete consegnare sia i mezzi che l’attrezzatura, dovete lasciare tutto e andarvene, altrimenti vi sparo”. E poi, nuovamente al primo: “Di te non mi dimentico! Dove abiti? A Bufalata? Ti verrò a trovare!”. Poi, inspiegabilmente, tornava al volante dell’auto con cui era arrivato e se ne andava. Non prima, però, di aver pronunciato altre frasi minacciose: “Se non andate via, vi ammazzo. Non so se farlo adesso o andare prima a bere”. A difendere V.I., che lo scorso dicembre, per detenzione di armi e droga, è stato condannato dal gup Amato a due anni e due mesi di reclusione (poi, su richiesta del suo legale, gli furono concessi i domiciliari), è l’avvocato Vito Daniele Cimiotta.