La classe dirigente politica. L'importanza della formazione di quella che poi diverrà 'élite' è stata sottolineata anche dal sindaco lilibetano. Nella scelta, dopo lo sbarco al quartiere spagnolo, d'assegnare gli assessorati ha avuto preminenza il manuale Cencelli, per ritrovarsi ad oggi un solo assessore, Milazzo, gli altri emanano un effluvio di Yes man e la preparazione lascia a desiderare.
A scanso di equivoci nessuno dubita della competenza professionale dei soggetti in questione, ma quella politica è altro. È stare sul territorio, conoscerlo, ascoltarne i bisogni, fare sintesi e rispondere alle richieste e lo si ritiene solo lo step iniziale che un giorno portebbe portarli alla scelta degli amministratori delle partecipate di stato, quali Terna, Enel, Eni, Leonardo e Poste.
L'altra istituzione a cui si guarda in quanto espressione del ceto politico è il consiglio comunale, quello lilibetano ne conta in più della metà minimo al secondo mandato, si staglia il pluri presidente dell'assise Sturiano, padrone assoluto dell'aula e conoscitore delle dinamiche politiche, infatti si è candidato alle regionali pur sapendo delle zero possibilità d'elezione, la logica era un 'do ut des'. Nove dei pluri mandato hanno più di 50nni, gli è certamente mancato un 'quid' per fare la differenza.
Per non parlare degli oppositori dell'ex primo cittadino Di Girolamo che hanno perorata l'elezione di Grillo e adesso lo avversano, con una preparazione più attenta avrebbero valutato meglio la candidatura Grillo. A Lilibeo necessita una classe politica più formata.
Vittorio Alfieri