E’ stato avviato, davanti il Tribunale di Marsala (presidente del collegio Vito Marcello Saladino), il processo agli 8 rinviati a giudizio dal gup di Palermo Ermelinda Marfia nell’indagine “Hesperia”, l’operazione antimafia dei carabinieri che il 6 settembre 2022 ha dato un’altra botta alle cellule di Cosa Nostra a Marsala, Mazara del Vallo e Campobello di Mazara.
In Tribunale, alla sbarra sono i marsalesi Filippo Aiello, di 76 anni, Lorenzo Catarinicchia, di 41, Vito De Vita, di 45, Stefano Putaggio, di 49, Antonino Lombardo, di 70, Riccardo Di Girolamo, di 44, e i mazaresi Nicolò e Bartolomeo Macaddino, di 62 e 58 anni. Gli ultimi due, insieme a De Vita, hanno nuovamente chiesto il rito abbreviato “condizionato”, già respinto dal gup nell’udienza preliminare. Su questa richiesta il Tribunale (giudici a latere Chiara Vicini e Fabrizio Guercio) comunicherà la sua decisione nell’udienza del 2 maggio. A difendere gli imputati sono gli avvocati Vito Daniele Cimiotta, Giacomo Frazzitta, Giuseppe De Luca, Giovanni Gaudino, Antonio Salmeri. Pm è Francesca Dessì, che lo scorso 23 marzo, davanti al gup Marfia, insieme ai colleghi della Dda Gianluca De Leo, Pierangelo Padova e Alessia Sinatra, hanno invocato la condanna dei 27 imputati che hanno scelto il rito abbreviato.
Nell’indagine sono rimasti coinvolti presunti mafiosi e fiancheggiatori di Cosa Nostra, riportando in cella fedelissimi del boss Matteo Messina Denaro, come il 67enne capomafia campobellese Francesco Luppino. E la pena più severa (20 anni di carcere) è stata chiesta proprio per lui. E 20 anni sono stati invocati anche per il marsalese Francesco Raia. Queste le altre richieste: 17 anni e 4 mesi ciascuno per Marco Buffa, Antonio Cuttone e Vincenzo Spezia, 16 anni per Antonino Ernesto Raia (fratello di Francesco) e Piero Di Natale, 12 anni per Tiziana Rallo, Vito Gaiazzo e Antonino Pace, 8 anni per Leonardo Casano, 5 anni e 4 mesi per Girolamo Li Causi, 3 anni e 4 mesi per Paolo Bonanno, 2 anni e 8 mesi per il palermitano Jonathan Lucchese, 2 anni e 4 mesi per Marco Manzo, 4 anni per Antonino Nastasi, 5 anni e 4 mesi per Vincenzo Pisciotta, 6 anni per Giuseppa Prinzivalli, 3 anni e 4 mesi per Francesco Pulizzi, 2 anni e 4 mesi per Vito Rallo, 4 anni per Vincenzo Romano, 6 anni e 8 mesi ciascuno per Carmelo e Giuseppe Salerno, di Paceco, 3 anni e 4 mesi per Francesco e Rosario Stallone, 4 anni per Michele Vitale e 3 anni e 4 mesi per Giuseppe Speciale. Gli ultimi due di Partinico.
L’ultima delle udienze dedicata alle difese si terrà il 28 giugno. L’indagine “Hesperia” è sfociata nell’arresto di 33 persone: 21 in carcere e 12 ai domiciliari. Tra loro, molti nomi noti della criminalità organizzata di Marsala, Mazara, Campobello di Mazara e Castelvetrano, ma anche diversi volti nuovi. Tra i primi, quello di Francesco Luppino, che era uscito dal carcere circa tre anni prima dopo aver scontato una lunga condanna per mafia. Secondo l’accusa, si era rimesso all’opera per ricostituire la rete di relazioni di Cosa nostra tra Campobello di Mazara, Mazara, Castelvetrano e Marsala. Le accuse a vario titolo contestate agli indagati sono associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti (nelle aste al Tribunale di Marsala), reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d’azzardo e altro.