E’ l’ennesimo caso di malasanità quello che ha portato alla morte di un ragazzo di 19 anni all’ospedale di Trapani? Il mistero sul decesso del giovane egiziano, il primo maggio, dopo un’operazione è tutto da risolvere. E sarà la Procura di Trapani ad indagare su quanto accaduto.
Il ragazzo, di origine egiziana, era ospite presso la comunità del consorzio Solidalia, a Fulgatore.
E' stato il presidente del consorzio, Maurizio Sturiano, a presentare la denuncia, per chiedere di fare luce sulla morte del giovane.
Il giovane è deceduto nel reparto di rianimazione dell'ospedale Sant'Antonio Abate dopo essere stato operato di appendicite. Ma cosa è successo? Cerchiamo di ricostruire i fatti, in base a quanto denunciato dal rappresentante del Consorzio Solidalia.
Il malore e la corsa in ospedale
La mattina del 26 aprile il giovane egiziano accusa dolori all’addome e vomito. Gli operatori della struttura contattano il medico di base, che riferiva di portarlo presso il suo studio alle 15..30, e nel frattempo per il vomito veniva fatta una plasil. Ma il ragazzo sta ancora male, allora l’equipe del centro di accoglienza non ha voluto attendere l’arrivo del medico ed è stato contattato immediatamente il 118. Portato al pronto soccorso veniva attribuito il codice verde. “Essendoci diversa gente in pronto soccorso - si legge nella denuncia - il personale sanitario comunicava agli operatori del centro di portare il ragazzo in guardia medica (accanto al pronto soccorso)”. Arrivato in guardia medica il ragazzo iniziava a vomitare nuovamente e per questo è stato riportato in pronto soccorso su indicazione del medico della guardia medica. “Nonostante ciò i sanitari del pronto soccorso attribuivano nuovamente il codice verde”. Il giovane continuava ad avere dolori e anche a causa delle continue lamentele da parte degli altri pazienti che vedevano il ragazzo in quello stato viene attribuito il codice giallo. Il giovane rimane tutta la notte al pronto soccorso in osservazione.
L’operazione
Il giorno dopo, il 27 aprile, il personale sanitario comunica al referente del centro che il ragazzo era affetto da appendicite. Bisogna operarlo. Ma al reparto di Chirurgia dell’ospedale di Trapani non c’è posto. Viene trasferito ad Alcamo, dove il giovane viene sottoposto ad intervento chirurgico. Dopo l’intervento, nel primo pomeriggio, i sanitari contattano la referente del centro e la informano che c’erano state delle complicazioni e che il ragazzo sarebbe stato trasferito d’urgenza a Trapani nel reparto di rianimazione.
La morte
Il giovane egiziano viene trasportato d’urgenza all’ospedale di Trapani. Da quel momento la referente del centro teneva i contatti con i medici della rianimazione, “i quali hanno sin da subito rappresentato un quadro clinico estremamente preoccupante”. Sono giorni di agonia. Alle 23.45 del primo maggio il medico di turno del reparto di rianimazione contatta la referente del centro Solidalia invitandola ad andare in ospedale. Il ragazzo è morto.
Non è chiaro cosa sia successo. Fatto sta che è morto un ragazzo per un’appendicite. Ci sono state procedure errate? Ci sono stati ritardi o inefficienze nei soccorsi? Siamo davanti ad un ennesimo caso di malasanità? Per questo i responsabili del centro Solidalia hanno presentato denuncia “nei confronti degli eventuali soggetti ritenuti responsabili per i fatti affinchè gli stessi vengano perseguiti penalmente”. E’ molto probabile che la Procura di Trapani aprirà un fascicolo per indagare su quanto avvenuto.