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06/05/2023 06:00:00

 Miceli: "Inquietanti quelle telefonate. Voglio garanzie sulla legalità del confronto con Tranchida"

 "Devo dire la verità: ci ho messo giorni per elaborare bene tutto, ma sulle telefonate tra il Sindaco Tranchida e l’ex Capo della Mobile, Linares, dico solo una parola: inquietante. Inquietante sia per il quadro emergente dall’articolo, sia per il contenuto, sia per i soggetti interessati, e devo confessare che da un dirigente di altissimo valore come il dott. Linares, non me lo sarei mai aspettato”

Rompe gli indugi Maurizio Miceli: il candidato Sindaco del centrodestra a Trapani, commenta con parole dure  la ricostruzione di Tp24 pubblicata lo scorso venerdì: le telefonate, durante la campagna elettorale del 2007, tra l’allora candidato Sindaco ad Erice, Giacomo Tranchida, e l’allora capo della Squadra Mobile, Giuseppe Linares. Abbiamo chiesto ai candidati a Sindaci del prossimo 28 - 29 Maggio cosa ne pensassero, Miceli è l'unico che ha risposto. 

“Non sono d’accordo con chi dice che si tratta di cose vecchie. Anzi, le trovo di grandissima attualità” commenta Miceli. Perché? “Perché queste telefonate aprono uno squarcio su un rapporto di confidenza eccessiva, per usare un eufemismo, tra un candidato, un politico, di un certo schieramento, e chi dovrebbe essere super partes, anzi, garante di tutti: il dirigente della Polizia”. Miceli ha chiaro il quadro della situazione e si pone delle domande: “Sono convinto che la questione sia anche più seria del possibile inquinamento di questa o quella campagna elettorale, e che sia necessario interrogarsi sugli anni trascorsi, su certe prassi, su queste “confidenze”, perché  la delicatezza della vicenda impone un intervento chiarificatore da parte delle Istituzioni.

"Possiamo solo porci delle domande - continua Maurizio Miceli -  e non lo dico da candidato sindaco, ma da semplice cittadino, perché anche solo l’ipotesi che le elezioni, quindi il libero svolgimento della vita democratica, possano essere frustrate da interventi quanto meno impropri di autorevoli esponenti dello stato, è la spia di un grave pericolo per l’ordinamento costituzionale".

"Mi chiedo, per esempio, se le competizioni successive al 2007 non siano state anche loro condizionate, se la competizione in corso sarà libera, se queste vicende riguardino anche altri aspetti della gestione della cosa pubblica e come mai si siano innescati questi meccanismi - aggiunge -. Abbiamo assistito a scelte, nella politica locale, davvero incomprensibili, talvolta politicamente innaturali, e a leggere queste intercettazioni più di un dubbio sorge spontaneo. Questi “suggerimenti”, se così li vogliamo chiamare, questi “consigli privilegiati” sono andati avanti per quanto tempo?”.

È per questo che Maurizio Miceli ha scritto alla Procura della Repubblica di Trapani: “La finalità del mio messaggio al Procuratore è chiarire cosa sia avvenuto in questi anni in Procura. So che non è facile, ma io, ripeto, da cittadino prima e da candidato poi, devo avere garanzie sulla legalità del confronto democratico. In diverse occasioni Giacomo Tranchida, negli anni, è sembrato anticipare alcuni arresti o indagini. Mi chiedo: coincidenze? E ancora: il dottore Linares non è più a Trapani da anni, ma chi ci dice che il rapporto improprio di Tranchida con altri soggetti istituzionali non sia continuato con altri interlocutori o in altre forme, e che non persista ancora oggi?”.

Ed infine: “In città invero si è sempre chiacchierato di coperture, rapporti privilegiati di certi politici, ecc. ma le ho sempre considerate per quelle che erano, chiacchere da bar, l’articolo sembra smentire il mio giudizio, avrà avuto ragione quel politico che diceva che a pensare male si fa peccato ma ogni tanto ci s’azzecca?”

Si, ma i rapporti Linares - Tranchida c’è chi li inquadra nella normale interlocuzione tra un candidato e un investigatore che conosce il territorio: “La normale interlocuzione tra candidato, o in generale politico, e istituzioni non è un fatto grave, anzi, in alcuni ambienti e per certe situazioni dovrebbe essere una collaborazione scontata, naturale. Il problema è che qui traspare un esplicito sostegno politico: incontri con gruppi elettorali, richieste di informazioni non sulla pericolosità o meno di un certo personaggio ma sui possibili tradimenti di questo o quell’alleato, con dovizia di dettagli su incontri, luoghi, malumori ecc.. Non commento il passaggio legato all’”imbottitura”, mi auguro solamente che queste faccende siano state gestite nel rispetto delle norme di legge. Non credo che queste siano normali o ordinarie interlocuzioni - ribatte Miceli – e anzi mi interrogo su cosa ne sarebbe stato di Tranchida senza quelle “dritte”, chiamiamole così, dell’investigatore. Tutti quelli che fanno politica, soprattutto in questo territorio, hanno il dovere di rapportarsi con le forze dell’ordine, ma un conto è il rapporto istituzionale, un conto è la confidenza. Non mi sognerei mai io di chiamare in Questura, per esempio, per sapere cosa si dice negli altri comitati elettorali….”.

Per Miceli è tutta la storia di Trapani degli ultimi quindici anni da rileggere: “Io sono giovane, dell’89, proprio per questo la mia è una visione non condizionata da antichi rancori, o da altri sentimenti negativi. Non parlo dunque per interesse personale, ma potrebbero esserci stati condizionamenti della libertà politica di un territorio”. È anche per questo che non vuole fermarsi: “Ho interessato della vicenda il mio partito, Fratelli d’Italia, e il gruppo parlamentare. Credo che ci siano gli estremi per portare la questione ancora più in alto, per tentare un’operazione verità che a Trapani non si è mai fatta e che necessita per azzerare tante mistificazioni e fare chiarezza su tante ombre non ancora esplorate. Io, per il resto, continuo la mia campagna elettorale. Ma non vorrei scoprire, magari tra quindici anni, di aver perso chissaà per quali interferenze ...  anche se, sia ben inteso, confido di vincere”.