Tutelare inizio e fine della filiera agroalimentare: produttori agricoli e consumatori, in un periodo in cui l’inflazione media supera il 9% e i costi dei prodotti sono aumentati in maniera esorbitante.
E’ questo, in sintesi, il senso dell’interrogazione depositata nei giorni scorsi dal deputato trapanese del PD Dario Safina, rivolta all’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino.
“Nell’ultimo biennio - scrive Safina - i prezzi al consumo dei prodotti alimentari hanno subito incrementi esorbitanti facendo segnare l’aumento più consistente dal 1985, in conseguenza del rincaro dei prezzi energetici per effetto della guerra in Ucraina. Emblematico il caso del prezzo della pasta che, secondo le recenti stime diffuse da Coldiretti, è aumentato nell’ultimo anno del 18% mentre, sempre nello stesso periodo, il prezzo pagato ai coltivatori del grano duro necessario per produrla è sceso del 30%. Tale differenza nel valore del prodotto finale, considerato che per la produzione della pasta occorre solo grano ed acqua senza aggiunta di ulteriori materie prime, si spiega solo come conseguenza di comportamenti speculativi lungo la catena di approvvigionamento che dai campi porta il cibo alla tavola dei consumatori e, d’altra parte, analoghe distorsioni si ritrovano anche nei prezzi di prodotti non lavorati come frutta e verdura”.
Da qui, dunque, per l’onorevole Safina la necessità di avviare un sistema di monitoraggio e controllo regionale sull’andamento dei prezzi dei beni alimentari con particolare riguardo a quelli prodotti dagli agricoltori siciliani.
“La Sicilia infatti – spiega ancora il deputato regionale - è la seconda regione in Italia per la produzione di grano duro con circa 300 mila ettari coltivati e otto/nove milioni di quintali prodotti. I bassi prezzi pagati ai produttori agricoli (se il prezzo del grano scende sotto i 50 centesimi al chilo, diventa antieconomico produrlo), insieme con l’innalzamento dei costi di produzione, stanno erodendo il reddito degli agricoltori e determinando l’abbandono dei terreni coltivati, mentre l’incremento dei prezzi al dettaglio spinge i consumatori a contrarre la spesa alimentare o ad abbassare la qualità dei prodotti acquistati”.
E’ pertanto necessaria, secondo Safina “l’adozione di misure in grado di restituire redditività all’attività agricola difendendola da pratiche commerciali sleali, nel contempo proteggendo i consumatori da una inflazione gonfiata da comportamenti speculativi o monopolistici”.