Il risveglio a Marsala ieri velato di sabbia ocra quasi rossa, lo scirocco che ci ricorda che siamo nord di un sud molto vicino e questo non so perché, mi fa stare bene. Questo nord che è centro di un Mediterraneo che tantissimo racconta tra popoli libri, culture altre - che sono le nostre - e che ci ha sempre fatto essere tra i primi a sperimentare il confronto con chi arriva - dall’architettura alla poesia dalla letteratura al cibo alle piante - il nostro vissuto che riversiamo nel nostro modo di essere, di porci, spesso inconsapevolmente.
Agiamo con leggerezza, col fare della storia che sta intorno a noi, e questo vivere, scrivere e pensare con questo sincretismo di secoli, nonostante alcune derive di pensiero che immagino come parentesi di un momento non facile, ci portano a considerare il rapporto sempre più forte che abbiamo con questa cosa strana, densa, leggera, impalpabile necessaria e indispensabile che è la cultura e come viverla.
Da Torino arrivano fotografie, reportage di amici che raccontano in prima persona di una festa, di un popolo che partecipa a questo rito laico: migliaia di persone che sciamano tra gli stand degli editori, sono tutti lettori? Non credo, ma magari qualcuno rischierà la contaminazione e sarà un obiettivo raggiunto dal Salone. Siamo la nazione in Europa credo, che vince in una classifica al contrario quanto a lettori e questo si riverbera in ogni azione del nostro quotidiano, è un fatto. Il guardarsi oltre lo specchio - come suggerisce Nicola Lagioia direttore del Salone - deve portare noi tutti a fare uno sforzo quotidiano in questa direzione. Attraverso lo specchio è una bellissima immagine di un momento storico dove a quello specchio ci si guarda solamente: attraversarlo costa fatica impegno ma non mi pare ci possano essere scorciatoie. Osserviamo da quaggiù, e Marsala in questi giorni ha riempito slarghi, piazze e vie, di bambini, ragazzi e professori con letture ad alta voce con testimonianze concrete di cosa sia quell’oggetto desueto per alcuni - che è il libro - che dà colore e senso al tutto. Un Maggio dei Libri di cui andare orgogliosi, fieri, come Città, e confido sempre che questi semi possano sul serio germogliare domani nelle nuove generazioni, perché i numeri con noi sono impietosi e lo sforzo deve essere teso a progettualità costanti: all’indomani degli Stati Generali dei Patti per la Lettura che si sono svolti a Trapani, ci aspettiamo tutti dei cambiamenti in tal senso perché si sa che la buona volontà non basta se non si rende sostenibile una visione in termini di progetti da calare sui territori. Osservo con angoscia quanto accade in Romagna e nella tragedia dell’acqua che ha travolto ogni cosa, in alcune gallerie fotografiche su testate nazionali ci sono servizi che restituiscono un senso chiaro inequivocabile: la cura nel ripulire i supporti e le scaffalature di archivi e biblioteche civiche devastate, è un piccolo piccolissimo segno: ripartire da lì, dalla Cultura anche, la normalità che passa per un luogo non banale che è al centro di quelle Comunità ed è commovente. Prossima settimana in Città apre 38° parallelo, il tema scelto mesi addietro Sommersi Salvati, per l’evolvere di storie del quotidiano di cronaca di accadimenti è la parafrasi tangibile di questi giorni. Non è un tema semplice, ma questa rassegna non ha mai fatto scelte che schiacciano l’occhio per accattivarsi non saprei cosa, e dal Teatro con Gilgamesh - il poema epico più antico dell’Umanità che racconta una storia di rinascita - all’importanza delle parole agli ultimi della terra e alla loro dignità al governo della lingua con la poesia, ai racconti del mare al raccontare un libro con il segno, mi auguro che sia una Festa per la nostra Comunità, che ci si incontri nei vari luoghi e da lì nasca altro. La gioia di aver alcune Scuole che hanno adottato una giornata della rassegna, le Associazioni del territorio che di slancio si sono messe in gioco e al servizio, oggi sono una tessera di questo mosaico policromo che è il Festival. Partecipare, sedersi è già un atto politico, una scelta esserci e condividere. Quella sabbia sospesa di ieri, quelle particelle piccole infinitesimali che ti ritrovi tra le mani nei capelli sui vestiti è una bella metafora di quello che dovrebbe essere tutto questo: ammantati con leggerezza di curiosità e saperi, e ringrazio Italo Calvino sempre. Giuseppe Prode