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26/05/2023 08:40:00

Omessa denuncia, falso, calunnia: assolto maresciallo dei Carabinieri a Marsala

Il maresciallo dei carabinieri Francesco Salvatore Vesuvio è stato assolto dal giudice per le indagini preliminari di Marsala Riccardo Alcamo dalle accuse di omessa denuncia di reato, falsità in atto pubblico e calunnia. In abbreviato, il gup ha sentenziato che “il fatto non sussiste” per i primi due reati e che “il fatto non costituisce reato” per il terzo.

All’epoca dei fatti (maggio 2018) il suttufficiale era comandante della stazione dei carabinieri di Santi Filippo e Giacomo. Nel procedimento sono coinvolti altri due carabinieri, per i quali il giudice ha disposto il “non luogo a procedere” per l’accusa di “procurata evasione” dagli arresti domiciliari, rinviandoli a giudizio, però, per falso ideologico. La vicenda risale al maggio 2018, quando una pattuglia dei carabinieri intervenne alla Casa di cura Morana di contrada Dara, dove un paziente che era agli arresti domiciliari (Piero Renda) chiese di essere dimesso e i due carabinieri (due appuntati scelti), secondo l’accusa, lo avrebbero autorizzato a tornare ad Alcamo insieme al padre in assenza di autorizzazione della magistratura. Al maresciallo Vesuvio si contestava, in particolare, il fatto di non aver denunciato i suoi due sottoposti al pm per “procurata evasione”.

Ed inoltre, sempre secondo l’iniziale accusa, di avere omesso, nella c.n.r. (comunicazione notizia di reato) che le dimissioni del paziente ai domiciliari nella struttura sanitaria privata erano avvenute in presenza dei due carabinieri della sua stazione e infine di aver accusato il Renda di evasione. A difendere il maresciallo Vesuvio è stato l’avvocato Leo Genna, che dopo l’assoluzione del militare ha commentato: “Siamo assolutamente soddisfatti per il risultato, anche perché si voleva intaccare l’operato di Vesuvio, che da sempre è stato un grande servitore dello Stato. E adesso gli è stata restituita piena dignità. Per le sue attività e le sue indagini, del resto, in passato ha avuto diversi riconoscimenti. Nel caso specifico, lui non aveva contezza di quanto avevano eventualmente fatto altri, né era sua intenzione calunniare alcuno”.