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30/05/2023 06:00:00

Le pagelle sugli ospedali. Agenas "boccia" la sanità siciliana

 L’AGENAS ha presentato il nuovo modello di valutazione multidimensionale della performance manageriale nelle Aziende Ospedaliere pubbliche.
L’analisi ha riguardato 53 strutture distribuite in tutto il Paese e suddivise in due categorie: Aziende Ospedaliere e ARNAS (23 in tutto) e Policlinici Universitari (30 in tutto).


La differenziazione poi per queste due categorie riguarda i posti letto disponibili. Per la prima volta l’Agenzia ha valutato, nell’ambito delle Aziende Ospedaliere, la capacità di conseguire obiettivi assistenziali – esiti delle cure e accessibilità ai servizi – coerentemente con le risorse disponibili siano esse di tipo finanziario, professionale e tecnologiche. Successivamente la valutazione interesserà anche le Aziende sanitarie territoriali. Le cinque aree di performance riguardano: l’accessibilità; la governance dei processi organizzativi; la sostenibilità economico-patrimoniale; il personale; gli investimenti.

Per valutare ciascuna di queste aree sono stati valutati una serie di indicatori. Ad esempio, per valutare l’accessibilità sono stati valutati anche questi indicatori: i tempi di attesa al pronto soccorso, i tempi di attesa per alcuni degli interventi chirurgici più importanti o diffusi. Per quanto riguarda la governance sono stati valutati l’appropriatezza dei ricoveri, l’attrattività (in termini di mobilità attiva) e l’efficienza (in termini di numero di interventi per sala operatoria, ad esempio, o la degenza media preoperatoria).


Per quanto riguarda gli investimenti sono stati valutati gli incrementi di immobilizzazioni e la vetustà o obsolescenza di apparecchiature e macchinari. Per quanto riguarda il personale sono state valutate non solo le dotazioni organiche di medici e infermieri per posto letto, ma anche l’andamento delle assunzioni e l’incidenza dei costi di formazione. Infine, per quanto riguarda la sostenibilità economico patrimoniale sono stati presi in esame diversi indicatori, fra cui il costo medio per giornata di degenza, i margini realizzati con l’attività intramoenia, i livelli di solvibilità (giornate di durata dei debiti verso fornitori), la capacità di gestione dei rischi, la gestione del magazzino, l’incidenza dei costi operativi, l’incidenza dei ricavi da prestazioni, il margine della c.d. gestione caratteristica e l’incidenza della gestione straordinaria.

Delle 53 aziende analizzate 9 hanno mostrato livelli di performance elevati, si tratta degli ospedali universitari Senese (Siena), Careggi (Firenze); Pisana (Pisa), Padova, Integrata Verona e Policlinico Sant’Orsola (Bologna); e gli ospedali S. Croce e Carle (Cuneo), Riuniti Marche Nord e Ordine Mauriziano (Torino). Dodici  hanno mostrato livelli di performance bassi: l’ospedale Cosenza San Pio (Benevento), gli ospedali Sant’Anna e San Sebastiano (Caserta), gli Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello (Palermo), l’Ospedale Civico (Palermo), l’Ospedale Cannizzaro (Catania), il San Giovanni Addolorata (Roma), il San Camillo Forlanini (Roma); e i policlinci Luigi Vanvitelli (Napoli), San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona (Salerno), Mater Domini (Catanzaro) e Policlinico Umberto I (Roma). Gli altri 32 mostrano livelli di performance medi.

Secondo l’analisi dell’AGENAS tra gli 8 ospedali siciliani oggetto di valutazione il migliore è il Garibaldi di Catania, specie nel triennio 2019 – 2021, che coincide con la governance affidata al manager Fabrizio De Nicola, nel 2021 supera la soglia della qualità media in quattro dei cinque gli indicatori. Solo l’indicatore sul personale e appena sotto la media, sono invece di poco sopra la soglia media gli indicatori sul livello degli investimenti e sui processi organizzativi. Ampiamente sopra la media il dato relativo all’accessibilità, mentre l’indicatore sulla sostenibilità economica e patrimoniale sfiora il livello alto.
Bene la capacità di investimenti del Policlino di Messina, tutti gli altri indicatori superano tranquillamente il livello medio.
Anche il Policlinico di Palermo mostra capacità di investimento che superano il livello alto, gli indicatori sull’accessibilità e sulla governance dei processi organizzativi non raggiungono il livello medio. Il Policlinico Rodolico San Marco di Catania supera il livello medio nell’indicatore che riguarda le politiche del personale mentre si avvicina ad un livello alto per quanto riguarda la sostenibilità economica e patrimoniale.
Gli ospedali palermitani Arnas Civico e Villa Sofia Cervello superano la media solo nell’indicatore relativo alla sostenibilità economica e patrimoniale, mentre tutti gli altri indicatori si attestano su un livello basso.


Il Cannizzaro di Catania supera il livello medio nell’indicatore relativo alla governance dei processi organizzativi e si avvicina al livello alto nella sostenibilità economica e patrimoniale, ma è lontana dal livello medio negli altri tre indicatori. Il Papardo di Messina si avvicina al livello alto nella sostenibilità economica e patrimoniale, supera il livello medio nell’accessibilità e nella governance dei processi organizzativi, si avvicina ma non raggiunge il livello medio nelle politiche del personale e rimane in ritardo nell’indicatore sugli investimenti.


Di Sanità a pezzi parla la FP Cgil Sicilia attraverso il Segretario Generale, Gaetano Agliozzo, e la Segretaria con delega alla Sanità, Monica Genovese: “Le responsabilità di questo sconfortante e triste scenario- dicono-sono da attribuire ad una politica che, di fronte ai dati elaborati e diffusi da Agenas, non ha nemmeno il pudore della vergogna. Perché è la politica che indirizza tutte le scelte nel campo della sanità, dalla nomina deidirettori generali e dei manager alla programmazione della spesa, dai modelliorganizzativi alla gestione del personale. Per non parlare della volontà politicadi destinare, in misura sempre crescente, risorse economiche alla sanità privata, anziché potenziare e qualificare il Sistema Sanitario Regionale pubblico. In questo drammatico contesto - concludono- l’attuazione di maggiori autonomie in Sanità, richieste da quelle regioni in cui gli ospedali sono in cima alla classifica in senso positivo, non potrà che amplificare le già
esistenti disuguaglianze, aumentando i divari tra Nord e Sud con inevitabili effetti sulla riduzione del livello di assistenza e delle aspettative di vita e di salute dei siciliani”.

Il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca, componente della commissione Salute dell'Ars e presidente della sottocommissione sui pronto soccorso, parla di bocciatura per la sanità siciliana: “Questi risultati non sono certo attribuibili ai medici e al personale infermieristico e parasanitario cui, anzi, va il nostro plauso perché riescono  a tenere a galla una barca che fa acqua da tutte le parti, ma al  governo di centrodestra, nello specifico quello Musumeci. Non credo assolutamente comunque – continua Antonio De Luca - che i numeri siano cambiati in meglio sotto la gestione Schifani, anzi. Dalle notizie che arrivano in commissione posso presumere che la situazione sia addirittura peggiorata, con i pazienti costretti sempre più spesso a pagare le prestazioni anche nelle strutture convenzionate, le liste di attesa che si allungano e con il personale medico in servizio sempre più sottodimensionato senza che all'orizzonte si intraveda uno straccio di soluzione. Ormai sono passati più di 6 mesi dall'insediamento di Schifani a Palazzo d'Orleans, il rodaggio è finito, non appena si decideranno a tornare in aula a lavorare chiederemo conto e ragione di questo sfacelo”.