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15/06/2023 06:00:00

Le lasciano una valvola nell'addome. Il risarcimento dell'Asp di Trapani: solo 1500 euro

Viene operata per un fibroma all’utero, ma i medici le lasciano dentro una valvola. Chiede un risarcimento all’Asp che le propone solo 1500 euro.


E’ un altro, presunto, caso di malasanità che arriva dall’Ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. E protagonista, suo malgrado, è una donna che ha deciso di denunciare i medici e l’Asp di Trapani per quanto le è successo.

I fatti. La donna il 2 marzo 2022 è stata sottoposta ad un intervento chirurgico di miomectomia presso l’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. La miomectomia è un intervento chirurgico per rimuovere fibromi dalla parete dell'utero. Un’operazione molto frequente, ma che interessa una parte molto delicata per una donna. L’intervento in sè, insomma, dà già un po' di apprensione ai pazienti che lo subiscono.


La donna, finito l’intervento, viene dimessa, e l’equipe non rileva alcuna criticità. Però immediatamente si manifestano dei forti dolori addominali. I dolori continuano per giorni, settimane, provocando anche “stress psicologico”, come si evidenzia nella denuncia presentata dalla donna, assistita dall’avvocato Maurizio Miceli. Dopo qualche settimana la donna si sottopone ad una visita ginecologica e viene suggerita una Tac. Il 30 giugno 2022 viene riscontrata la presenza di un corpo estraneo. Si tratta di un tubo di drenaggio. Una sorta di valvola utilizzata durante l’intervento dall’equipe medica e dimenticata nella pancia della paziente, vicino all’intestino. La donna qualche giorno dopo viene nuovamente operata, questa volta per togliere il corpo estraneo.

Dopo quanto successo la paziente, tramite l’avvocato Miceli, presenta una richiesta risarcitoria all’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, chiedendo appunto un ristoro per i danni subiti anche dal punto di vista psicologico. Non chiede una somma in particolare. L’Asp riunisce il comitato che si occupa proprio di valutare questi casi. E propone un risarcimento danni di 1500 euro, comprensivi delle spese mediche e legali nel frattempo sostenute. Una miseria. La donna non accetta.


Parallelamente parte la denuncia presentata alla Procura di Trapani per accertare le responsabilità penali che eventualmente ci sono in capo ai medici che hanno effettuato la prima operazione e che hanno dimenticato la valvola all’interno della paziente. “Ci aspettavamo un congruo risarcimento, ma la proposta dell’Asp è inaccettabile. E’ indiscutibile l’errore, il tubo di drenaggio è stato lasciato all’interno della paziente durante l’intervento”, afferma l’avvocato Miceli. Nella denuncia viene sottolineato che “l’errata condotta professionale del personale ha determinato un
pregiudizio biologico, morale ed esistenziale nella paziente avendo pregiudicato, oltre la salute fisica, il suo equilibrio psichico e avendo arrecato una significativa alterazione delle abitudini di vita e gli assetti relazionali della persona, inibendo la libertà di vivere la quotidianità, in senso lato, essendo stata provata fisicamente con compressione soprattutto della capacità di movimento”.

Questo caso si aggiunge ad altri episodi di presunta malasanità che riguardano l’Asp di Trapani per inefficienze negli ospedali. Ad esempio, nelle scorse settimane, l’ l’Asp di Trapani è stata condannata a pagare un maxi risarcimento da 2 milioni di euro per i danni irreversibili subiti da un bambino al momento del parto, avvenuto all'ospedale di Alcamo. Un intervento sbagliato, troppo invasivo, che fecero peggiorare le condizioni di salute di una donna operata all'ospedale di Castelvetrano, portò alla condanna dell’Asp ad un risarcimento di oltre 140 mila euro.
Tempo fa una donna ad Alcamo venne operata alla mammella sana. O ancora non si contano le cause per morti sospette negli ospedali della provincia. Questa volta, non ci sono state conseguenze gravi, ma la donna ha passato una brutta esperienza. E il risarcimento proposto dall’Asp non è proprio quanto si aspettava.