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16/06/2023 06:00:00

Droga e sangue a Marsala. Si chiude il cerchio sull’omicidio Titone

Da accusatrice ad accusata. Lara Scandaliato è stata arrestata nei giorni scorsi per l’omicidio di Antonino Titone, ucciso a Marsala, nel settembre del 2022. La donna, 30 anni, dopo alcuni mesi è ritenuta complice di Giovanni Parrinello, l’uomo arrestato poche ore il delitto proprio dopo la confessione di Scandaliato. Un omicidio, quello di Titone, pregiudicato 60enne, nato nell’ambito del gran traffico di droga a Marsala. Un delitto feroce e immediato, che proviamo a ricostruire, anche delineando il contesto.


Il delitto
Antonino Titone, 60 anni, pregiudicato, è stato ucciso nella sua abitazione del quartiere popolare di Sappusi, a Marsala, colpito diverse volte alla testa con piede di porco modificato lungo 30 centimetri. Titone era un soggetto conosciuto alle forze dell’ordine. Chiamato “il barone”, aveva alle spalle diversi precedenti penali, soprattutto in materia di spaccio di droga. Ed è proprio in questo ambito che nasce l’omicidio. Un delitto che viene risolto in poche ore da carabinieri e polizia.

 

L’arresto di Parrinello
La svolta è grazie ad alcuni testimoni che raccontano ai carabinieri di aver visto due persone, un uomo e una donna fuggire dall’abitazione della vittima. Gli investigatori intuiscono subito che si tratta di Giovanni Parrinello, 39 anni, e Lara Scandaliato, 30 anni. I due vengono rintracciati e portati in caserma. Messi sotto torchio i loro racconti traballano.
Poco dopo il delitto, durante l’interrogatorio, Lara Scandaliato si mostrava “collaborativa”, consentendo il ritrovamento degli indumenti sporchi di sangue che il Parrinello aveva occultato insieme a lei immediatamente dopo l’omicidio, oltre che del portafogli trafugato dall’abitazione della vittima. I due erano andati a casa di Titone per farsi pagare un debito relativo ad una partita di droga. In un vaso nel pianerottolo viene trovata, avvolta in un canovaccio, l’arma del delitto, ancora sporca di sangue. Gli indumenti che indossava Parrinello vengono ritrovati in un sacchetto buttato a Sappusi. Parrinello, davanti all’evidenza, confessa. Ma nega la premeditazione. Lui viene arrestato, la donna no. Sia lei che Parrinello negano che abbia assistito all’aggressione mortale. Ma gli investigatori non ci credono.

 

La complice
Qualche giorno dopo la Polizia Scientifica fa dei rilievi a casa di Titone, per ricostruire più nel dettaglio cosa sia successo. In questi giorni, esaminando le tracce ematiche, anche Lara Scandaliato viene arrestata. Si trovava a Favignana, per lavoro. Lì viene arrestata. Quegli esami escludono la prima versione, cioè che la donna fosse rimasta sul pianerottolo non avesse fatto nulla. Anzi, per gli investigatori, Lara Scandaliato ha “partecipato” attivamente all’omicidio.

La droga
E’ un omicidio che nasce nell’ambito del traffico di droga a Marsala, tant’è che se ne parla sopratttutto nell’operazione Virgilio, che smantellò, qualche mese dopo, la piazza di spaccio di Sappusi. Proprio in quell’inchiesta era indagato Titone, ritenuto in affari con diverse persone. Tra cui Giovanni Parrinello.
Originariamente anche Titone rientrava nell'indagine, secondo gli investigatori, infatti avrebbe fatto parte del gruppo di Parrinello. Parrinello avrebbe anche tentato di introdurre droga (nascosta in confezioni di cioccolatini) nel carcere di Rossano Calabro dove, tra il 2019 e il 2020, era recluso per altri reati. Il piano fallì ora si trova in carcere. Come la compagna,