Forza Italia contro Italia Viva e i renziani contro Marcello Caruso.
Lunedì a seguito dell’assemblea provinciale di IV Sicilia l’onorevole Davide Faraone ha tracciato la linea politica da tenere per le prossime campagne elettorali, un accordo con le europee che prevede già una interlocuzione con il movimento di Cateno De Luca.
Poi su Palermo e sull’eventuale rimpasto di giunta chiesto al sindaco Roberto Lagalla, Faraone ha dichiarato che non c’è bisogno di alcun rimpasto: “Noi pensiamo che si deve andare avanti nel rispetto degli interessi della città. La giunta sta lavorando benissimo, basti pensare al lavoro fatto dall’assessore Totò Orlando che è riuscito a svuotare quel capannone pieno di bare in attesa di sepoltura. Sinceramente introdurre elementi politici su una esperienza che sta dimostrando qualità sarebbe gravissimo. Il sindaco toglie l’assessore se non funziona non per appartenenza politica. Siamo contrari a rimpasti e rimpastini, è roba da vecchia politica”.
E’ arrivata a stretto giro la dichiarazione del commissario di Forza Italia, Marcello Caruso: “Dal senatore Davide Faraone sono venute parole scomposte, che sono soltanto il segno del nervosismo che regna nel cosiddetto terzo popolo dopo numerose e ripetute esperienze fallimentari sul piano elettorale.Queste esperienze non hanno fatto altro che confermare come fino ad oggi questa esperienza altro non sia stato se non un continuo cercare strumenti per superare i diversi sbarramenti elettorali, senza alcuna prospettiva né un chiaro indirizzo politico, ancora meno di indirizzo moderato e liberale. E se un'ulteriore conferma fosse stata necessaria, ecco l'annuncio del flirt con Cateno De Luca, altro possibile accordo-autobus in vista della disperata ricerca dei numeri per superare lo sbarramento alle europee".
Poi la difesa del partito: “Forza Italia, al contrario, continua a porsi in modo chiaro ed inequivocabile come esperienza politica moderata, aperta al dialogo e pronta ad accogliere, come fatto nei mesi scorsi, quanti si riconoscono in valori liberali e democratici e, soprattutto, vogliono contribuire con esperienza e competenza al governo del Paese, della Regione e delle nostre comunità nel quadro del centrodestra. Quanto infine alle affermazioni di Farone sull'ipotesi di avvicendamenti all'interno della Giunta comunale di Palermo, al di là su ogni commento sul classico pulpito da cui viene la predica ricordando i ben 49 assessori del Governo Crocetta di cui Faraone era sponsor, non possiamo che ribadire il diritto/dovere di ciascun partito di dare giusta rappresentanza alla propria base nonché alle istanze dei propri gruppi consiliari, ovviamente in un quadro che non intacca in alcun modo, ma anzi vuole ulteriormente rafforzare l'impegno dell'Amministrazione per la soluzione dei problemi dei cittadini”.
E’ seguita la risposta del gruppo dirigente dei renziani siciliani: “Ma il Caruso Marcello che dichiara in rappresentanza di Forza Italia e blatera parole al fiele nei confronti del Parlamentare Davide Faraone e della comunità di IV, è lo stesso che ha ricoperto l’incarico di coordinatore provinciale di Italia Viva Palermo fino a qualche settimana fa?"
Continua: "È lo stesso che da coordinatore di IV, senza mai rassegnare le dimissioni ufficiali, si è spostato armi e bagagli nello staff del candidato presidente della regione Renato Schifani? È lo stesso che si è candidato in rappresentanza dello stesso partito, al consiglio comunale di Palermo raccogliendo ben 500 voti e risultando abbondantemente non eletto? Ed è lo stesso che in forza di questo straordinario risultato elettorale è stato nominato, a distanza di qualche settimana, coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia? Il tanto prima osannato, adesso bistrattato Gianfranco Miccichè da coordinatore regionale di Forza Italia si è sempre candidato ed ha raccolto le preferenze. Caruso invece, oltre ad aver praticato lo sport, altamente diffuso in Sicilia, di salto sul carro è professionista anche di un’altra attività, per cui è entrato nel Guinness dei primati: numero di ore passate a stazionare in anticamera e richiesta di incarichi e prebende senza alcun consenso elettorale”.