Assolti dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, con l’aggravante di aver favorito Cosa Nostra, ma condannati (a quattro anni e 4 mesi di carcere) per il tentativo di acquisto di una partita di droga.
E’ quanto ha sentenziato il gup di Palermo Paolo Magro per due pacecoti, Giuseppe Accardo e Antonino Tranchida, rimasti coinvolti, il 5 luglio 2021, nell’operazione “Gordio” dei carabinieri del Ros di Palermo. Per Accardo e Tranchida il pm Alfredo Gagliardi aveva invocato 9 anni a testa. Il singolo di acquisto di una partita di stupefacenti da un gruppo criminale calabrese (Rocco Pesce e Michele Grasso) è stato dedotto dagli investigatori da alcune conversazioni intercettate e pedinamenti da cui era emerso che i due si fossero recati da Paceco a Reggio Calabria per definire un accordo economico sul prezzo. Ma dalle intercettazioni è anche emerso che i due pacecoti sarebbero stati truffati. Dopo avere pagato, infatti, la somma pattuita, non avrebbero ricevuto la droga. Ciò, comunque, non ha evitato loro la condanna.
Seppur ad una pena di molto inferiore per l’assoluzione dall’accusa di associazione per delinquere. Accardo è stato difeso dagli avvocati Natale Pietrafitta e Luigi Pipitone, mentre Tranchida dallo stesso Pietrafitta e Raffaele Bonsignore. Nell’indagine “Gordio”, a capo dei gruppi che, secondo la ricostruzione dell’accusa, si sarebbero occupati dei traffici di droga tra la Sicilia e la Calabria ci sarebbero stati Michele Vitale, dello storico clan "Fardazza", Michele Casarrubbia e Gioacchino Guida, condannati rispettivamente a 6 anni e 8 mesi, a 20 anni e a 19 anni.