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10/07/2023 18:40:00

Duro colpo alla mafia siciliana: 18 arresti

 Nuovo colpo alla mafia palermitana. Il gip ha disposto 18 arresti - 16 in carcere e due ai domiciliari - nei confronti di boss, gregari ed estortori del clan di Resuttana. L’indagine, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Marzia Sabella, ha disarticolato uno dei più ricchi mandamenti del capoluogo. All'operazione è stato dato il nome Resurrezione.

«Hanno una città nelle mani», dicevano alcuni uomini d’onore intercettati, riferendosi ai vertici della cosca. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga, detenzione illegale di armi, violazione dell’obbligo della sorveglianza speciale.

Le indagini, condotte dalla squadra mobile e dallo Sco, hanno ricostruito l’organigramma del clan e diversi episodi di estorsione ad attività commerciali ed imprenditoriali e accertato il controllo e la gestione dei servizi funerari presso l’ospedale di Villa Sofia di Palermo da parte della cosca.

Il racket, che a Cosa nostra permette di mantenere il controllo del territorio e il sostentamento dell’organizzazione e delle famiglie dei detenuti, opera secondo il classico copione della «messa a posto», consistente nell’esborso di una somma di denaro da parte della vittima da far confluire nella «baciliedda» (bacinella, ndr) a disposizione della cosca, o nel recupero dei crediti vantati da soggetti vicini alla «famiglia». La gestione del pizzo avrebbe creato anche delle fibrillazioni tra due cosche confinanti, Resuttana e San Lorenzo, annullate nel corso di una riunione chiarificatrice tra i rappresentanti delle due famiglie.

Il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, ha commentato l'operazione denominata Resurrezione: "L'operazione di polizia che stamani ha portato all'esecuzione di 18 misure cautelari, ha disarticolato il mandamento mafioso di Resuttana, portando all'arresto del suo reggente e di altri uomini d'onore che ne costituivano figure di spicco nella gestione di sistematiche attività di estorsione ai danni di imprenditori di ogni ambito. Ma l'aspetto più rilevante consiste nell'aver portato alla luce la collaborazione alle attività criminali di professionisti, la cosiddetta borghesia mafiosa, che non ha esitato a mettere a disposizione le proprie competenze a vantaggio di cosa nostra".

"Ulteriore infiltrazione nell'economia si è realizzata mediante imprenditori della ristorazione che hanno a tutti gli effetti costituito una vera e propria impresa mafiosa insieme con il reggente del mandamento, con grave alterazione della concorrenza e della libertà di iniziativa economica - ha aggiunto il questore - Questa operazione purtroppo fa emergere come, contrariamente al discorso pubblico ufficiale, una parte del mondo delle professioni e dell'impresa sia permeabile ai facili guadagni conseguiti attraverso l'utilizzo della forza intimidatrice della mafia"