Udienza preliminare per Andrea Bonafede, davanti al gip di Palermo Rosario Di Gioia. Quello a Bonafede è il primo processo ai presunti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro. Il dipendente del Comune di Campobello di Mazara è accusato di avere fatto da "postino" per il boss.
Usando l'auto di servizio avrebbe ritirato per suo conto 137 medicine e prescrizioni firmate dal medico Alfonso Tumbarello, anche lui in cella per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. Contro Bonafede c'è anche un video in cui si ferma con l'auto proprio davanti a Messina Denaro, appena salito sulla sua Alfa Romeo nera.
"Un incontro casuale, non sapevo chi fosse" - ha detto Bonafede. Il suo difensore ha presentato come prova un messaggio sul cellullare che incarica il dipendente comunale di un intervento sull'illuminazione pubblica della zona. La difesa si è opposta alla costituzione delle parti civili: Associazioni Antimafia e i comuni di Castelvetrano e Campobello, dove Messina Denaro si è nascosto indisturbato per sette anni. L'accusa, coordinata dal procuratore capo Maurizio De Lucia, è convinta di avere prove a sufficienza per una rapida condanna, la sentenza è attesa per il 5 settembre.
Il prossimo processo sarà quello ad Emanuele Bonafede, altro membro della famiglia mafiosa di Campobello, accusato di essere uno dei fiancheggiatori di Messina Denaro. Con lui la moglie Lorenza Lancieri, la vivandiera del boss. Entrambi in carcere hanno scelto il rito abbreviato. Il processo prenderà il via in ottobre.