La protesta dei dipendenti regionali ha portato blocco totale o quasi degli uffici più importanti della Regione. Da lunedì e fino a venerdì 21 luglio i dipendenti regionali, in particolare quelli delle fasce basse (A e B) si atterranno alle mansioni previste se incarichi superiori. Rivendicano la riclassificazione del personale che, in particolare per chi è in A e B, permetterebbe un salto di categoria.
La riclassificazione sta bloccando il rinnovo del contratto. I 3,5 milioni che il governo Schifani aveva stanziato nella Finanziaria bis appena approvata all’Ars sono stati ritirati dopo che l’assessorato al Personale ha riscontrato timori di impugnativa della norma. Ciò ha inasprito la protesta. Anche se la tensione era già alta per il ritardo con cui il governo sta nominando i vertici dell’Aran, frenando le trattative pure per gli aumenti già concordati che vanno da 80 a 150 euro al mese.
La protesta dei sindacati - Gli uffici dell’assessorato al Lavoro, in particolare i Centri per l’impiego sono rimasti bloccati ed anche le motorizzazioni. "Stiamo raccogliendo la protesta dei lavoratori non vengono riqualificati e retribuiti a dovere - ha detto il segretario della Uil Sicilia, Luisella Lionti -. Non si può pensare di potere approfittare di loro utilizzandoli in mansioni superiori, non riconosciute e retribuite». E Paolo Montera, leader della Cisl Fp, sottolinea che «la gravità della situazione è evidenziata dall’unità fra confederali e autonomi. Il governo si attivi per far funzionare il motore della Regione, che è il personale. Inizi col nominare i vertici dell’Aran sbloccando le trattative sul contratto».