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26/07/2023 06:00:00

Verso il Saliber Fest: come si racconta graficamente un festival 

 Dare vita ad una rappresentazione visuale di concetti e più che mai del complesso mondo familiare, si è presentato all’inizio impegnativo. Ma come in tanta parte della cultura occidentale, ci è venuta in soccorso la mitologia greca. Infatti dietro a quest’ultima, caratterizzata da storie riguardanti divinità e miti dotati di difetti e debolezze umane, si cela la rappresentazione allegorica della formazione dell’universo e delle forze inconsce che agiscono sull’uomo.

Queste forze, non sono percepibili dalla mente razionale, sono quelle che Jung definiva archetipi o immagini primordiali e che, come già anticipato da Platone e da Aristotele, costituiscono la fonte simbolica dalla quale attingono sia il mondo visibile, fatto di persone, animali ed oggetti, ma anche di quello invisibile, che é fatto di idee, pensieri ed emozioni. Ecco quindi che, anche nel nostro caso, la mitologia greca ci ha indicato la strada attraverso la figura di Sileno, che Zeus scelse come educatore del piccolo Dioniso, il figlio che gli era nato da un’avventura con la mortale Semele.

In particolare abbiamo scelto la statua “Sileno e Bacco fanciullo” copia romana di un bronzo perduto del celebre scultore greco Lisippo, oggi conservata al Louvre, che mostra un’insolita iconografia di Sileno, raffigurato come un anziano eroe dal corpo ancora vigoroso che tiene amorevolmente in braccio un Bacco bambino A partire da questa opera d’arte abbiamo deciso di realizzare un collage in cui convergono i vari elementi iconici di questa terza edizione del Salìber.

Un ritaglio di “Lessico famigliare” di Natalia Ginzburg, a sessant’anni dalla pubblicazione del capolavoro della scrittrice.

Le pagine stilizzate di un libro nel loro sfogliarsi, in quanto Festival del libro.

Uno specchio perché dalla qualità delle cure dell’adulto dipende il sano sviluppo psichico dell’individuo e che saper accogliere un bambino, sostenendo la formazione della sua personalità significa offrirgli, al pari di uno specchio, la possibilità di ricevere indietro, mediante gli occhi amorevoli dell’adulto, l’immagine di sé (D. H. Winnicott, 1971).

Dei fiori che ben rappresentano il “prendersi cura”.

Centrale la statua: Sileno e Bacco non sono padre e figlio (ecco perché il bambino è soltanto una sagoma), i legami di sangue sono esterni al rapporto; ma lo sguardo e l’abbraccio rappresentati dicono altro: sa di desiderio e di affetto, del tentativo di costruire nuovi legami che esulano dai luoghi tipici della famiglia, parla di generazioni diverse ma comunque di sentimenti e di valori.

 

di Chiara Scalisi