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26/07/2023 16:25:00

Assolto il fratello del gioielliere Francesco Geraci, l'amico pentito di Messina Denaro 

 Il fatto non sussiste”. Con questa formula, il Tribunale di Marsala (presidente del collegio: Alessandra Camassa) ha assolto il 68enne castelvetranese Tommaso Geraci (fratello di Francesco Geraci, noto per aver custodito i gioielli “di famiglia” di Totò Riina, poi arrestato e quindi pentitosi), la moglie Maria Lucrezia Roccafiorita, di 63 anni, i figli Antonino e Irene, rispettivamente di 40 e 35 anni, nonché il marsalese Nicolò Marcello D’Alberti, di 59.

Erano accusati, a vario titolo, dei reati di riciclaggio, appropriazione indebita e false fatturazioni per 675 mila euro finalizzate all’evasione fiscale. Tra il 2012 e 2017, a fornire centinaia di false fatturazioni, secondo l’accusa per operazioni “inesistenti”, sarebbe stato D’Alberti, titolare di una ditta individuale, che, dopo avere ricevuto bonifici per 624 mila euro dal conto corrente della società “G.i.a. srl”, di cui erano amministratori Tommaso e Antonino Geraci e che gestiva due “compro oro”, uno a Castelvetrano e l’altro a Mazara, avrebbe restituito le somme in contanti. E con questo denaro, sempre secondo l’iniziale accusa, i Geraci avrebbero acquistato oggetti in oro di “provenienza illecita” (per l’accusa, frutto di rapine) commissionandone la fusione alla società “Valmet”, ignara dei retroscena. Il denaro sarebbe stato, inoltre, impiegato anche per due contratti di franchising con la ditta “Canna store” per l’apertura di altrettanti punti vendita di “Cannabis Amsterdam store” a Marsala e a Mazara.

Per questi fatti, Tommaso e Antonino Geraci furono arrestati nel febbraio 2019. Furono, allora, sequestrati una lussuosa villa, di conti correnti e altri beni per un valore complessivo di un milione e 700 mila euro. Adesso, con la sentenza è stata disposta la restituzione dei beni. Per un capo d’imputazione (fatti relativi all’anno d’imposta 2012) per D’Alberti il Tribunale ha sentenziato il “non doversi procedere” per prescrizione del reato”. L’indagine venne condotta da Guardia di finanza carabinieri. A difendere gli imputati sono gli avvocati Giuseppe Pantaleo, Roberto Fabio Tricoli, Luigi Miceli, Luigi Pipitone, Antonina Daniela Noto e Mario Noto.