Sono stati giorni infernali in Sicilia, assediata dagli incendi che hanno distrutto centinaia di ettari di boschi e macchia mediterranea. Sono i giorni della conta dei danni, si parla di centinaia di milioni di euro, con case, campi, aziende devastate dal fuoco.
Ma il rischio è che presi dal caos, ci si possa rassegnare, e si possa tralasciare la domanda principale: cioè perchè? Perchè la Sicilia è andata a fuoco in questi giorni, e cosa si può fare evitare il ripetersi di questo dramma.
Sugli incendi in Sicilia è intervenuto in maniera molto chiara il WWF, che con Pietro Ciulla, delegato regionale in Sicilia, sostiene che è sbagliato parlare di emergenza.
“Gli incendi in Sicilia non sono un’emergenza perchè sono fatti non sporadici, ma che si ripetono ogni anno, con una metodicità e con professionalità. E’ un fenomeno che si deve affrontare con altri strumenti”, spiega Ciulla a Tp24. “Dobbiamo essere coscienti che la crisi climatica porterà ancora di più a temperature più alte. Per mitigare gli effetti bisogna aumentare le superfici dei boschi. Basta dare alcuni dati. Le direttive europee indicano che si debbano avere il 43% di superfici boscate. In Italia siamo al 32%. In Sicilia siamo addirittura tra il 7 e il 12%”.
Ogni anno le aree forestali si riducono, anzichè aumentare. “Bisogna migliorare la gestione del territorio. La politica non ha fatto niente negli ultimi 20-30 anni. Il processo deve essere prima otturo le falle e poi miro alla programmazione”, dice Ciulla spiegando come fare prevenzione.
Nell’intervista rilasciata a Tp24 il responsabile regionale del WWF parla anche dei “sofisticati” interessi economici che ci sono dietro ai roghi, degli interessi criminali, e del tipo di azioni repressive che bisogna mettere in campo, e che cosa i cittadini possono fare. O meglio della necessità di tenere alta l’attenzione sui temi ambientali.
Ecco l’intervista integrale.