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02/08/2023 00:00:00

Dal Papeete al Papeete, ascesa e discesa di Matteo Salvini

 Dal Papeete al Papeete. Correva l'anno VentiDiciannove, l'allora ministro degli Interni, Salvini, in un delirio di onnipotenza a Milano Marittima nel lido ravennate in cui si cantava l'inno di Mameli e s'inneggiava al divertimento tra ostriche e champagne, il leghista dopo il successo alle elezioni europee di maggio con il 34,25%, a Marsala il secondo partito della città con il consenso del 23,3%, chiedeva i pieni poteri. Ma la classe politica sentendosi minacciata e con l'aiuto dello stesso Matteo, generava la crisi di governo ferragostana, dando vita all'esecutivo giallorosso con l'appoggio determinante di Renzi. Probabilmente ci fu la conversione -politica- sulla via di Arcore e tornò all'ovile, infatti diede sostegno al governo Draghi. Altro scivolone notevole accadde per l'elezioni del presidente della Repubblica, bruciando l'avvento della prima donna al Quirinale, la Belloni, con l'aiuto del M5S. Poi Berlusconi sancì la morte del gabinetto Draghi e Matteo abbassò il capo, obbedendo. Certamente non si aspettava il consenso straripante della Meloni e il risicatissimo vantaggio sul 'Caimano'. Da quel momento pur rivendicando le sue caratteristiche identitarie come l'immigrazione e il cavallo di battaglia del Ponte sullo stretto di Messina e al netto di alcune uscite infelici, all'interno della coalizione ha scelto un profilo basso. In questi giorni si celebra a Cervia la festa della Lega, ma è mancata la visita al lido balneare, anche se l’amicizia con l’europarlamentare Massimo Casanova, proprietario dello stabilimento resta solida. Dal Papeete al Papeete, dall'ascesa alla discesa dell'uomo solo al comando.

Vittorio Alfieri