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06/08/2023 06:00:00

Il caos dopo la sospensione del reddito di cittadinanza

Il  caos dopo la sospensione del reddito di cittadinanza. Su un totale di 896mila famiglie che fino al 1° agosto hanno beneficiato della misura di sostegno (con l'ultimo accredito avvenuto nel mese di luglio), tra le 160 e le 170mila non lo riceveranno più. O almeno: questi sono i nuclei che sono già stati avvisati della sospensione dell'aiuto economico "anti povertà", con un sms dell'Inps che ha fatto molto discutere. Entro la fine del 2023, secondo le stime del governo Meloni, il numero salirà a 250mila. Al posto del reddito di cittadinanza sono state istituite due nuove forme di assistenza finanziaria: l'assegno di inclusione e il supporto formazione e lavoro. Vediamo nel dettaglio quali sono gli importi, le tempistiche e i requisiti per poter accedere ai due nuovi aiuti.

L'assegno di inclusione e il supporto formazione e lavoro: chi ne ha diritto?
Partiamo dall'assegno di inclusione: lo potrà percepire chi ha un Isee che non supera i 9.360 euro e il reddito del nucleo che non sfonda i seimila euro. Questa misura riguarda soltanto i nuclei familiari con all'interno almeno una persona over 60, una persona diversamente abile di cui prendersi cura o figli minorenni a carico. L'importo del sostegno economico è fino a seimila euro l'anno, cioè 500 al mese, più un contributo per l'affitto (per le locazioni regolari) di 3.360 euro l'anno, vale a dire 280 al mese. Se il nucleo familiare è costituito da tutte persone almeno 67enni o disabili gravi, l'importo mensile è di 630 euro (7.560 l'anno), più 150 euro di contributo d'affitto (1.800 l’anno), per un totale massimo di 780 euro. In ogni caso, il beneficio economico non può essere inferiore a 480 euro all'anno. È erogato mensilmente per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per ulteriori 12 mesi. Allo scadere dei periodi di rinnovo è sempre prevista la sospensione di un mese.

Il contributo economico in questione è erogato attraverso uno strumento di pagamento elettronico ricaricabile, chiamato "carta di inclusione", con la quale oltre al soddisfacimento delle esigenze previste per la carta acquisti potranno essere eseguiti prelievi di contante entro un limite mensile di 100 euro per un singolo individuo, moltiplicato per la scala di equivalenza, e potrà essere eseguito un bonifico mensile in favore del locatore indicato nel contratto di locazione. L'assegno di inclusione è richiesto con modalità telematiche all'Inps, che lo riconosce previa verifica del possesso dei requisiti e delle condizioni richieste. La richiesta può essere presentata, altresì, presso i patronati e i centri di assistenza fiscale (Caf), previa stipula di una convenzione con l'Inps.

Va precisato che continueranno a ricevere il reddito di cittadinanza fino alla fine dell'anno in corso le famiglie composte da almeno una persona over 60, con figli minorenni o con una persona diversamente abile. In seguito riceveranno l'assegno per l'inclusione. La seconda forma di assistenza prevista dal governo è il supporto formazione e lavoro, destinato a chi ha reddito Isee inferiore a seimila euro; chi ha un'età compresa tra i 18 e i 59 anni; chi non ha in famiglia disabili, minori o ultrasessantenni. In questo caso, però, le persone coinvolte dovranno partecipare ad attività di formazione obbligatorie: si tratta infatti di una sorta di rimborso spese e non di un sussidio vero e proprio come il reddito. L'importo massimo è di 350 euro al mese per 12 mesi, non più rinnovabili.

GIAMBONA.  “La decisione di cancellare il reddito di cittadinanza, importante misura di sostegno alle fasce più deboli della popolazione senza la previsione di garanzie sostitutive almeno per un adeguato periodo di transizione rischia di dar fuoco alla polveriera innescando un lungo e complesso periodo di disordini sociali. È indispensabile pensare norme di tutela ed inclusione per le famiglie che vivono sulla soglia della povertà”. Lo dice Mario Giambona parlamentare regionale del Partito democratico in una lettera inviata al presidente del Consiglio del Ministri Giorgia Meloni ed al presidente della Regione siciliana Renato Schifani.
La nostra regione - continua - vanta un primato negativo per tasso di disoccupazione. Il 17 per cento della popolazione non ha un lavoro stabile, in queste condizioni e con le nuove disposizioni - aggiunge - almeno 45 mila famiglie non avranno da ora in avanti alcun mezzo di sostentamento. Il presidente della Regione - conclude - si attivi immediatamente per sollecitare al governo nazionale ìserie misure di contrasto alla povertà “.

 PETROSINO. I percettori di Reddito di cittadinanza residenti nel Comune di Petrosino che hanno ricevuto l’sms dell’Inps per la sospensione del sussidio e che necessitano di informazioni e supporto sulle procedure da seguire, potranno recarsi presso l’ufficio Servizi sociali, aperto tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

«Il Governo ha tagliato una misura di contrasto alla povertà fondamentale, un sostegno economico vitale per decine di migliaia di cittadini che vivono in condizioni di particolare disagio e fragilità, scaricando le conseguenze sui comuni e lasciando quasi intendere che saranno gli enti locali a doversi occupare della questione, senza essere stati dotati, però, di strumenti, risorse e tempo materiale per affrontare e gestire un problema così impattante - dichiara il sindaco Giacomo Anastasi - Come Comune di Petrosino abbiamo messo a disposizione l’ufficio Servizi sociali, consapevoli, però, delle difficoltà che si presenteranno se la questione non sarà gestita a livello nazionale. Questa misura di sostegno, sia pur con le sue criticità, le truffe e un sistema di controlli poco efficace, rappresentava comunque una forma di contrasto alla precarietà e all’indigenza, soprattutto in un territorio come il nostro, provato dalla mancanza di opportunità lavorative e da un’illegalità diffusa. La cessazione del RdC allo scadere dei sette mesi di ricezione va ad incidere sulla vita di persone non perché siano uscite dalla povertà o abbiano rifiutato un’offerta di lavoro, ma perché prive, in famiglia, di minorenni, anziani o persone con disabilità. Di questo, però, il Governo, non si è minimamente interessato – aggiunge il primo cittadino – Ha portato avanti la sua battaglia ideologica, la sua propaganda, ha scelto di fare una guerra contro i più fragili, senza farsi carico delle conseguenze e senza delucidazioni sulle eventuali misure alternative di sostegno. Il Governo faccia quanto prima chiarezza. Anche i comuni, tramite i servizi sociali, hanno urgente bisogno di informazioni, precise e dettagliate, da poter dare ai propri cittadini».