I tagli al Pnrr voluti dal governo Meloni colpiscono la sanità siciliana. Con un paradosso: qualche giorno fa l'Asp di Trapani ha annunciato l'avvio dei lavori per le "case di comunità", nuove strutture previste nella rete della sanità italiana. Ma queste case di comunità sono state tagliate. L'Asp ha fatto le gare e ha cominciato i lavori. Che fare? Il commissario Vincenzo Spera ostenta sicurezza: "I lavori sono già iniziati". Ma il problema si pone.
"Avrebbero dovuto essere 13 le Case di Comunità per l’assistenza sanitaria di prossimità per eccellenza in provincia di Trapani. E invece, con la nuova rimodulazione del PNRR presentata dal governo nazionale, rischiano di sparire completamente. Il tutto, nel silenzio complice del governo Schifani”.
A lanciare l’allarme è il deputato trapanese del Pd, Dario Safina.
“L’obbligo della piena realizzazione degli obiettivi previsti per il Piano di Resistenza e Resilienza finanziato dall’Europa, pena la restituzione dei fondi e dei relativi interessi, ha indotto il governo Meloni a rivedere al ribasso gli interventi fattibili sul territorio nazionale. Tra questi anche nel settore sanità. Così, ad esempio, per le Case di Comunità che da 1.350 originariamente previste, passano ora a 936. Di queste le 156 annunciate in Sicilia, sono state ridotte a 106. Ben 50 in meno, comprese le 13 in provincia di Trapani, di cui ad oggi non ci sarebbe più alcuna traccia”.
“Si tratta di strutture - continua ancora l’onorevole Safina - che lo stesso ministero della Salute definisce ‘il fulcro della nuova rete territoriale al quale il cittadino può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria’. Nuovi centri sanitari, insomma dove il cittadino potrà essere seguito da medici di base, pediatri e infermieri in un percorso di cura, effettuando prelievi o esami diagnostici come ecografie o elettrocardiogramma. Serviranno anche a seguire le malattie croniche e calendarizzate visite ed esami necessari, abbattendo di fatto le liste d’attesa e il sovraffollamento degli ospedali”.
Qui la pagina delle case di comunità sul sito ufficiale del Pnrr.
“Ora – conclude Safina - le domande sono: perché la provincia di Trapani, composta da ben 25 Comuni, sarebbe stata tagliata fuori dal riordino della rete assistenziale sanitaria? Quali sono i criteri che avrebbero portato alla totale esclusione del nostro territorio dal nuovo piano?”.
E ancora: “Schifani e il suo governo hanno intenzione di fare qualcosa o come al solito preferiscono rimanere alla finestra a guardare mentre un pezzo di Sicilia viene escluso ed emarginato?”.
PD. “Il presidente Schifani deve assumersi le sue responsabilità e dire chiaramente come stanno le cose: vogliamo sapere perché la Sicilia è ad un passo dal perdere quasi un miliardo e mezzo di euro di fondi comunitari, e cosa sta facendo per evitare lo ‘scippo’ di una quota dei fondi del Pnrr da parte del governo Meloni”. Lo dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars, che ha presentato una interpellanza rivolta al presidente della Regione Renato Schifani dopo la notizia della concreta possibilità che la Sicilia non sarà in grado di certificare entro il 31 dicembre circa un quarto dei fondi Po-Fesr. Nell’interpellanza si evidenzia che solo la metà dei 4,2 miliardi del Po-Fesr 2014-2020 è stata fino ad ora certificata, dell’altra metà si rischia di perdere circa 1,1 miliardi destinati a ricerca, imprese, energia, rifiuti, dissesto idrogeologico, trasporti e tutela ambientale. “A questa cifra, già enorme – prosegue Catanzaro – si potrebbero aggiungere altri 300 milioni di euro di risorse comunitarie per lavoro e formazione: anche su questo punto il governo deve dare una risposta chiara. Insomma, siamo ad un passo dal perdere più di un quarto dei fondi europei destinati alla Sicilia. Si tratta di numeri che evidenziano per l’ennesima volta il fallimento delle politiche regionali nella gestione delle risorse messe a disposizione dall’Europa per consentire alla Sicilia di raggiungere obiettivi di sviluppo economico e rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale riducendo il profondo divario con le regioni più avanzate”. Nell’interpellanza il gruppo PD all’Ars chiede al presidente Schifani di “riferire al Parlamento siciliano le decisioni adottate in merito alla riprogrammazione di oltre un quarto dell’ammontare finanziario del Po-Fesr 2014/2020; quando sia venuto a conoscenza del reale stato di attuazione del suddetto Programma e quali iniziative abbia assunto in merito; quali siano i Dipartimenti regionali nei quali si sono riscontrati ritardi nelle procedure di attuazione degli interventi e quali iniziative intenda assumere al riguardo; quali atti intenda adottare al fine di scongiurare il rischio che il nuovo ciclo di programmazione dei fondi strutturali europei sconti le medesime criticità”.
“Come se non bastasse questo disastroso scenario – conclude Catanzaro – c’è poi il tema del Fondo di sviluppo e coesione legato al Pnrr: chiediamo al presidente Schifani come intende difendere gli interessi dei siciliani dal momento che il governo Meloni, tramite la regia del ministro Fitto, avrebbe intenzione di rimodulare le risorse inizialmente destinate al Mezzogiorno ed alla Sicilia per dirottarle verso altre aree del Paese”.
LE POLTRONE. Mentre la sanità in Sicilia continua a faticare e chi necessita di cure affronta spesso liste d'attesa infinite e carenze di personale negli ospedali dell'isola, la politica torna a concentrarsi sulle questioni di potere. Questa situazione rischia di innescare un'altra disputa che potrebbe portare a conflitti legali e ritardi nelle nomine dei dirigenti ospedalieri e nelle aziende sanitarie dell'isola, attese per ottobre.
La questione in discussione riguarda la lista dei candidati idonei per le posizioni apicali nel settore sanitario siciliano, compilata dalla commissione esaminatrice nazionale. O meglio, le liste. A causa di un'interpretazione del bando, sono state stilate due liste dei 90 candidati ritenuti idonei. Una lista dei 45 candidati maggiormente idonei e un'altra di coloro che comunque hanno dimostrato i requisiti per rimanere in competizione e ottenere un posto nei ruoli ospedalieri e delle Aziende Sanitarie Provinciali dell'isola.
L'ennesimo scontro all'interno della maggioranza è sorto proprio sulle due liste, con gli autonomisti di Raffaele Lombardo pronti a fare opposizione per impedire la separazione delle liste, temendo che ciò avrebbe favorito alcuni candidati graditi alla politica a discapito di altri. Tra i nomi elencati, spicca il braccio destro dell'assessora alla Salute Giovanna Volo, Salvatore Iacolino, a capo del dipartimento per la Pianificazione strategica a piazza Ottavio Ziino, ma non compare il dirigente generale del Dasoe Salvatore Requirez. Tra i "maggiormente idonei" troviamo Angelo Aliquò, appena nominato direttore generale dello Spallanzani, così come il direttore generale del Civico di Palermo Roberto Colletti e la manager dell'Asp di Palermo Daniela Faraoni.
La commissione Sanità all'Ars è intervenuta nel mezzo di questo conflitto politico, cercando di porre rimedio e di ritornare a un unico elenco di candidati idonei, senza distinzioni. Il presidente dell'organismo parlamentare Pippo Laccoto (Lega) ha convocato l'assessora Volo, Iacolino e l'avvocato generale della Regione Giovanni Bologna per cercare di risolvere la situazione e ristabilire l'armonia con gli autonomisti, ma anche con parti di Fratelli d'Italia. La sintesi trovata è l'approvazione di una risoluzione che chiede al governo Schifani di nominare i direttori generali per le aziende e gli enti del servizio sanitario regionale tenendo conto di tutti i candidati risultati idonei, come previsto dall'avviso pubblico.
Questa formula potrebbe scatenare una serie di ricorsi, dato che l'atto d'indirizzo approvato dall'Ars sembra quasi smentire il lavoro già svolto dalla commissione esaminatrice a livello nazionale. Questa confusione potrebbe, ancora una volta, danneggiare i pazienti che cercano assistenza nelle strutture sanitarie pubbliche dell'isola.
CINQUE STELLE. “La gestione scriteriata e interessata delle nomine dei dirigenti della sanità siciliana è la metafora di un sistema allo sbando. Alla politica evidentemente sta più a cuore il piazzamento di uomini di propria fiducia ai vertici della sanità che non le risposte alla domanda di salute dei siciliani. È un sistema che non ci piace e pertanto abbiamo abbandonato i lavori della commissione salute dell’Ars che, dopo un'animata discussione, ha votato una risoluzione per invitare Schifani a scegliere i nuovi dirigenti sia tra quelli inseriti nel primo elenco di ‘maggiormente idonei’ che tra quelli del secondo di ‘meno idonei’, nei fatti sconfessando il lavoro della commissione esaminatrice”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca, a conclusione dei lavori della commissione salute dell’Ars, convocata per fare luce sulla questione degli elenchi dei candidati a dirigere la sanità siciliana messi a punto dalla commissione esaminatrice.
“La commissione esaminatrice – dice Antonio De Luca - ha trasmesso un unico elenco di aspiranti direttori generali ritenuti dalla stessa ‘maggiormente idonei’ senza trasmettere ulteriori elenchi. La procedura appariva, dunque, già in partenza, irrimediabilmente compromessa, cosa di cui il presidente Schifani non può non prendere atto. Ancora una volta il pressapochismo del Governo regionale colpisce la sanità pubblica siciliana già abbondantemente martoriata dalle cattive scelte degli ultimi anni”.
“Sia che la scelta della commissione esaminatrice dipenda dalla poca chiarezza del bando regionale o dalla sua interpretazione – conclude De Luca - poco conta, fatto sta che la situazione è questa e adesso Schifani dovrà assumersene le responsabilità conseguenti. I partiti di maggioranza, purtroppo, sembrano interessati solo a vedere i nomi dei propri accoliti tra i papabili. Nulla di nuovo sotto l'ombra di Palazzo d'Orleans dunque, il traguardo di vedere nuovi dirigenti, slegati dalla politica, con reali capacità manageriali alla guida di Asp e aziende ospedaliere è ancora molto molto lontano”.
“Dal governo regionale – dice la deputata Cinquestelle Roberta Schillaci - ci aspettiamo trasparenza e puntuale applicazione delle norme in uno dei comparti più in emergenza della nostra Regione come la Sanità da sempre sfruttata da ogni governo di qualsiasi colore politico per affermare potere sul territorio e come bancomat della politica. Chiediamo a questo governo un salto di qualità con la scelta dei nuovi direttori generali fatta esclusivamente sulle competenze ma anche sulle capacità, evitando di scegliere soggetti, sempre gli stessi, che pur essendo all'interno di una rosa di candidati, non hanno brillato nelle performance. La vicenda dei 2 elenchi, quando il bando ne prevede uno unico degli idonei, ci riporta indietro negli anni quando per pilotare le nomine venivano stabiliti griglie che individuavano percorsi prestabiliti, così come evidenziato dall' inchiesta della commissione antimafia sulla sanità della scorsa legislatura”
MARSALA E PETROSINO. Proprio due giorni fa, il Comune di Marsala ha diffuso un comunicato nel quale scrive che diciassette milioni di fondi Pnrr sono stati ottenuti dai comuni di Marsala e Petrosino e dall’Asp di Trapani per il potenziamento della rete socio-sanitaria nei due centri del Trapanese. Ma magari anche questi fondi sono stati tagliati ed il Sindaco non lo sa. Sulla carta, oltre 5 milioni sono stati assegnati ai due comuni e 12 milioni all’asp. Ciò, si legge nella nota diffusa dal comune di Marsala, “consentirà di rivoluzionare il sistema dei servizi territoriali socio-sanitari” nel distretto 52 Marsala-Petrosino, che “utilizzerà le somme per il Progetto PiPPI (prevenzione dell’Istituzionalizzazione) di cui beneficeranno 10 famiglie; per la ristrutturazione di residenza atta a ospitare in appartamenti autonomi 10 anziani; per i servizi sociali domiciliari (125 persone); per la supervisione di persone in difficoltà da parte di assistenti sociali (42 unità); per l’adeguamento di immobili da destinare a persone con disabilità; per percorsi di inclusione socio-lavorativa e per la realizzazione di un centro servizi per persone in condizioni di estrema povertà”.