E' finita così: Cateno De Luca dice stop al matrimonio di interessi con Italia Viva.
L’accordo prevedeva liste comuni per le elezioni europee, De Luca candidato a capeggiare quelle liste. I voti sarebbero stati tanti, visto che il sindaco di Taormina quando è candidato in prima persona sbanca e ha percentuali che lo portano allo scranno. Il leader di Sicilia chiama Nord non ha retto alla ennesima dichiarazione di Matteo Renzi: la costruzione di un centro che aggreghi varie forze moderate, in una diretta social De Luca liquida Renzi e fa naufragare l’accordo senza giri di parole: “Cosa sarebbe questo Centro? Una nuova maschera dietro la quale nasconderti? Io non ho necessità di ‘formule pirandelliane’ per nascondermi. Chi è alla ricerca di continue maschere per presentarsi all’elettorato vuol dire che è cosciente di aver ‘truffato’ gli elettori e vuole continuare a farlo. Sei abituato male, le fughe in avanti, stile Papeete, con me non funzionano. La trattativa per le europee, per fare alla luce del sole un matrimonio d’interessi, si ferma qua. A queste condizioni non ci sto e di sicuro non ho alcuna intenzione di ‘regalarti’ il 2% di Sud chiama Nord per continuare a farti sopravvivere”.
Chiude le porte in maniera definitiva e non lascia spazi di manovra: “Noi siamo un partito del territorio, un partito che si fonda sul civismo, non siamo ‘salottieri’ e non confezioniamo partiti da sotto l’ombrellone richiamando formule geometriche che hanno il sapore delle sedute spiritiche per rievocare fantasmi utili a distrarre l’elettorato. La nostra forza sono i cittadini e solo a loro rispondiamo con coerenza e chiarezza. Ribadisco un concetto molto importante: per noi il matrimonio d’interessi vale se fatto con il Terzo Polo in versione integrale per come si è presentato alle elezioni politiche, non siamo interessati a singole “fuitine’ con Renzi o Calenda, proposte dall’uno e dall’altro. Non sarò uno strumento da faida e ad entrambi dico di essere seri e coerenti perché la formula dei ‘Ladri di Pisa’ ormai ci ha veramente stancato”.
A trovare la quadra invece il centrodestra e i moderati, il presidente Renato Schifani mette un punto sulle chiacchiere che riguardano il suo partito: “ Il simbolo di Forza Italia e il nome di Berlusconi per noi sono irrinunciabili. C’è però una vasta area popolata da persone che fanno riferimento diretto al Partito popolare europeo. Ed è lì in quell’area che dobbiamo cercare nuove aggregazioni”.
L’appello è stato ben accolto dall’MPA di Raffaele Lombardo e dalla Dc di Totò Cuffaro, così come da Saverio Romano: “Non possono che essere pienamente condivise le parole del governatore Renato Schifani, autorevole esponente di Forza Italia, sulla imprescindibilita’ di un dialogo e di una sostanziale apertura dei forzisti alle forze di Centro per un rafforzamento dei partiti e dei gruppi che si richiamano al popolarismo europeo. E’ quanto lo stesso Berlusconi sosteneva fortemente: un progetto che lo ha visto protagonista nel suo impegno politico. Noi Moderati non puo’ che dare ampia disponibilita’ politico-programmatica, nel solco della tradizione liberale e dei valori comuni. L’obiettivo non puo’ che essere quello di una comune prospettiva politica come giustamente indicato da Maurizio Lupi, e non quello di un mero rassemblement elettorale”.
Su una possibile alleanza con il partito di Matteo Renzi in vista degli impegni elettorali, invece, il presidente Schifani ha puntellato la posizione azzurra: “A unirci è soltanto l’essere entrambi paladini del garantismo. Tutto qui. Renzi è stato segretario del Pd. E il suo campo di manovra (anche a livello europeo, dove non siede certo tra i popolari europei) è ben diverso dal nostro. Italia viva poi è ridotta al lumicino e non mi pare che Renzi sia in grado di espandere il consenso. Comunque non è una questione di singoli ma di movimenti”.
Rossana Titone