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01/09/2023 22:10:00

Emigrare per lavoro e morire

 Sgomento e dolore. È lo stato psichico, insieme ai familiari, che sta attraversando la comunità lilibetana e in particolare c.da Matarocco, luogo d'origine di Giuseppe Saverio Lombardo deceduto insieme ai colleghi di lavoro, tutti dipendenti della società Sigifer ditta appaltatrice esterna di Borgo Vercelli, dei lavori di manutenzione ai binari della stazione di Brandizzo -To-, e sono:Kevin Laganà, 22 anni di Vercelli, Michael Zanera, 34 anni, di Vercelli; Giuseppe Sorbillo, 43 anni di Capua e residente a Brandizzo,Giuseppe Aversa, 49 anni, di Chivasso.

Sul posto erano presenti anche altri due colleghi, rimasti illesi. Sotto choc il macchinista del treno. Le vittime, a causa del forte impatto, sono morte sul colpo. Poche ore prima del drammatico incidente, uno degli operai deceduti, Michael Zanera, aveva postato sul suo profilo Instagram un'immagine che alla luce dei fatti risulta ora inquietante.

La foto riprende un binario sul quale l'uomo sta lavorando, e la saldatura assume la forma di una croce. Il commento di Zanera, scritto sopra la foto: "È la prima volta che mi succede che mentre saldo la rotaia mi è uscito il crocifisso. Dio mi vuole dire qualcosa sicuramente, nonostante lo richiamo tutti i giorni ultimamente perché non è un bel periodo per me". Un tragico presentimento,la tragedia poco prima di mezzanotte. Il treno, come riferiscono i carabinieri, viaggiava oltre i 100 chilometri all'ora ed era un convoglio tecnico che stava trasportando una dozzina di vagoni da Alessandria verso Torino. Al netto delle responsabilità che stabilirà la magistratura, la procura d'Ivrea ha aperto un'indagine per disastro e omicidio colposo plurimo contro ignoti. E' l'ennesima tragedia sul lavoro che nel 2022 hanno procurato la morte di 1090 anime. Non solo necessita emigrare per guadagnarsi il pane come il nostro concittadino,  ma si perisce. La sicurezza sul posto d'occupazione deve diventare proritaria, i protocolli,chiari al riparo d'equivoci, in questa circostanza prevederebbero il divieto di circolazione sulla linea ma non la sospensione e s'ipotizza un errore di comunicazione, non devono essere concepiti come strumenti d'ostacolo allo sviluppo. Si riuscirà ad imparare da quest'ulteriore scempio per evitare altro sgomento e dolore?

Vittorio Alfieri