15:20 - Il medico del pronto soccorso dell'ospedale di Trapani che prestò le prime cure a Natalya, questa mattina, ha deposto innanzi al tribunale dove si svolge il processo per la violenza sessuale subita dalla donna ucraina di 44 anni, fuggita dal suo Paese in guerra. Il professionista si è soffermato, in particolare, sulle ferite riportate dalla vittima.
Accusato della violenza è il trapanese Francesco Paolo Anguzza di 37 anni che venne arrestato dagli agenti della Squadra mobile della questura del capoluogo a conclusione di una indagine lampo. Lui, però, difeso dall'avvocato Salvatore Galluffo, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti che gli vengono contestati. Ha ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con Natalya, sostenendo che lei era consenziente. Rapporto sessuale confermato dalla stessa vittima, assistita dall'avvocato Fabio Sammartano “Mi ha chiesto di fare una cosa – ha detto la donna ucraina - io ho rifiutato e lui mi ha preso con la forza”.
La violenza sessuale si è consumata, lo scorso mese di novembre, alle Mura di Tramontana. Ad incastrare l'imputato le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza collocate nella zona. La prossima udienza è stata fissata per il prossimo 11 ottobre.
06:00 - Riprende questa mattina davanti ai giudici del Tribunale di Trapani il processo per violenza sessuale a carico del Trapanese, Francesco Paolo Anguzza. L'uomo di 37 anni è accusato di aver violentato, il 25 novembre 2022 (Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne) alle Mura di Tramontana, una donna ucraina di 44 anni, Natalya, fuggita dal suo Paese in guerra (ne abbiamo parlato qui). Anguzza come la sua vittima è senza fissa dimora. L'uomo nel 2009 era stato arrestato per furto.
La deposizione di Anguzza nel corso dell'ultima udienza a luglio - "Quella notte ero ubriaco e ricordo poco. Ero talmente ubriaco che quando l' ambulanza si è allontanata mi sono addormentato davanti al portone di un palazzo del centro storico perchè non avevo la forza per tornare a casa". "Ricordo però - ha ammesso - che con Natalia ho avuto un rapporto sessuale". Ed ha anche aggiunto: “Lei mi chiese di fermarmi”. La vittima, assistita dall' avvocato Fabio Sammartano, si è costituita parte civile.
La vittima conferma la violenza - Nel corso dell'incidente probatorio, la donna ha confermato il rapporto sessuale, aggiungendo, però: “Mi ha fatto una richiesta che io non ho voluto assecondare e mi ha esa con la forza”. E di rapporto sessuale contro natura ha parlato in aula il medico del "Sant'Antonio Abate", dove Natalia subì un intervento chirurgico.
Gli altri testimoni - Sempre nel corso dell'ultima udienza di luglio hanno testimoniato le persone che sono intervenute, per vari motivi, per chiamare il soccorso, o perchè attirate dalle urla della donna, così come alcuni residenti della zona. Le loro testimonianze sono utili per chiarire il quadro in cui è maturata la possibile violenza.
Anguzza incastrato dalle telecamere di sorveglianza - Le telecamere della videosorveglianza del centro storico di Trapani hanno ripreso un uomo (Anguzza( e la donna (Natalya), che camminano sulle Mura di Tramontana. È notte. Non si distinguono i loro volti. Si vedono le sagome e i vestiti. Gli stessi che aveva la donna ucraina quando è stata trasportata in ospedale dopo essere stata violentata su una panchina. E gli stessi vestiti indossava Anguzza quando gli agenti della Squadra Mobile sono andati a prelevarlo. Interrogato in questura dal sostituto procuratore Brunella Sardoni si è difeso sostenendo che con l'aggressione lui non c'entrava niente. Che era altrove. La sue parole non convinsero, però, né i poliziotti né il magistrato, così è stato arrestato per violenza sessuale.
La ricostruzione dei fatti secondo gli investigatori - Secondo quanto ricostruito dagli investigatori i due, la notte tra il 24 e il 25 novembre si sono recati alle Mura di Tramontana. Dopo essersi seduti su una panchina avrebbero iniziato a bere. Il 37enne avrebbe tentato un approccio con la donna che, però, lo avrebbe respinto scatenando la sua violenta reazione. Il sangue trovato la mattina seguente sulla panchina testimonia la ferocia con la quale l'uomo si sarebbe accanito contro la vittima, picchiata e stuprata. Anguzza l'avrebbe aiutata a scendere la scalinata e raggiunta la strada sottostante l'avrebbe lasciata lì sanguinante. Mentre s'incammina si è imbattuto in una persona alla quale ha chiesto di chiamare una ambulanza: "c'è una donna ferita", avrebbe detto.