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15/09/2023 06:00:00

La morte imminente di Messina Denaro: "Le persone mi ricorderanno"

 Nel tranquillo reparto di oncologia dell'ospedale di L'Aquila, Matteo Messina Denaro, il famigerato capo mafioso, affronta le sue ultime battaglie. La morte è imminente, e con essa, una riflessione amara: quanti di coloro che passano alla storia vengono effettivamente ricordati? È questa la domanda che Messina Denaro, raccontano le cronache, ha rivolto al medico che lo assiste. 

Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini coraggiosi e donne coraggiose che li hanno affiancati sapevano che erano destinati a morire. Ma il piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino Di Matteo, non aveva scelta. Ancheper volere di Messina Denaro, fu rapito e pioicondannato a morte e disciolto nell'acido dopo due anni di prigionia. Questa è la tragica realtà della mafia, fatta di eroi e vittime.

Quando il medico risponde a Messina Denaro che la percentuale di coloro che vengono ricordati è sicuramente inferiore al 5%, il boss di Castelvetrano - che alterna momenti di lucidità ad altri di vaneggiamento - risponde con una certa fierezza: "Dottore, a lei e a me, riserveranno un posto nella storia. Perché come lei è un maestro nel suo campo, anch'io ho lasciato un segno nel mio."

Vivendo più a lungo dei suoi inseguitori, Messina Denaro ha trascorso la sua esistenza nel suo mondo clandestino. Adesso, giace debole e malato, circondato da medici e infermieri che lo hanno curato tra le corsie dell'ospedale e i corridoi del carcere.

Le udienze in tribunale sono in programma - l'ultima a Marsala tre giorni fa  - ma le cure mediche sono state interrotte; non c'è più speranza di guarigione, solo la gestione del dolore. A Marsala è stato avviato il processo a Matteo Messina Denaro, che è stato incardinato su due indagini della Dda di Palermo - "Annozero" sulle "famiglie" del Trapanese e "Hydi" su quelle dell'Agrigentino - nelle quali il boss di Cosa Nostra era rimasto coinvolto, ma la cui posizione era stata stralciata in fase di udienza preliminare. Sulle sue condizioni di salute non è arrivata alcuna comunicazione. All'ex latitante si contesta di avere impartito direttive, attraverso rapporti epistolari, costituendo il punto di riferimento mafioso decisionale in relazione alle attività e agli affari illeciti più importanti, gestiti da Cosa Nostra, in provincia di Trapani e in altre zone della Sicilia.

Mentre la fine si avvicina, Messina Denaro si aggrappa all'idea di lasciare, a modo sui, un'impronta duratura nel ricordo del Paese. Questo è l'atroce epitaffio di un uomo che ha scelto di rimanere fedele ai suoi ideali mafiosi fino alla fine, senza pentimenti o ammissioni di colpa.

Nel tentativo di raggiungere sua figlia, Lorenza Messina Denaro, il boss si è fatto vedere in ospedale. Ma la sua condizione attuale, segnata dalla sofferenza e dai farmaci, non è certo l'immagine che desidera lasciare alla giovane, che adesso porta i suo cognome.

In queste ore di fragilità, è il dottor Marinangeli che deve rappresentare lo Stato, offrendo a Messina Denaro il sollievo dal dolore. È un compito delicato, ma è ciò che lo Stato deve fare, stando dalla parte giusta della storia, a differenza della mafia che ha lasciato solo morte e distruzione nel suo cammino.

In questo reparto di oncologia, tra i corridoi silenziosi, l'ultimo capitolo della saga di Messina Denaro si sta scrivendo, una fine che mette in evidenza la distinzione tra giusto e sbagliato, tra mafia e Stato, tra chi verrà ricordato come un eroe e chi come un carnefice.