Sabato si è tenuto a Palermo il congresso regionale della Democrazia Cristiana. Totò Cuffaro ha rilegittimato un partito che non esisteva più e che, senza di lui, era ridotto a poca cosa.
Passo dopo passo ha rimesso in piedi il partito, c’è classe dirigente ovunque, fa incetta di consiglieri comunali e di rappresentati istituzionali, è nelle giunte che contano.
Pronto a spendere nomi per le amministrative del 2024 ma soprattutto per le elezioni europee. Accanto a lui sabato pomeriggio c’era il presidente della Regione, Renato Schifani, che ha aperto le porte di Forza Italia per ospitare i candidati della Dc tra gli azzurri proprio in vista delle europee.
L’Astoria Palace era gremito, circa 1200 persone, tanti gli ospiti di altri partiti, tra cui Saverio Romano, Salvo Pogliese per Fratelli d’Italia, ma anche consiglieri comunali che ancora non hanno aderito e che però stanno intrattenendo dei dialoghi con l’area cuffariana.
Si parte dall’assunto dell’unità del centro destra, che è destinato a restare uno slogan, sui territori i partiti si sentono liberi di fare ciò che credono opportuno. A Trapani il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Maurizio Miceli, ribadisce la necessità che quest’area politica sia unita per vincere le battaglie elettorali. Miceli ha perso la corsa a sindaco proprio perché l’area che fa capo a Mimmo Turano, leghista e assessore regionale, ha deciso di fare una lista e di votare il candidato sindaco Giacomo Tranchida. A Marsala, invece, il centrodestra non c’è proprio in giunta tranne Fratelli d’Italia, a cui è stato chiesto di uscire dall’amministrazione comunale, le ultime dichiarazioni di Miceli fanno intendere che il problema è legato a Palermo: se esce Turano dalla giunta regionale allora anche i meloniani si comporteranno di conseguenza.
E in queste beghe però mentre gli altri annaspano e perdono consiglieri la Dc cresce, una campagna acquisti che non risparmia alcun partito.
La Balena Bianca nuota in acque chete ed esplora altri acquisti, Cuffaro nega un suo impegno elettivo diretto ma il Tribunale di Sorveglianza lo ha già riabilitato.
Fratelli d’Italia intanto avverte: “Basta campagna acquisti a danno della coalizione. Fratelli d’Italia se utilizzasse la leva del potere a discapito degli alleati sarebbe certamente più attrattiva: siamo il primo partito grazie alla bontà delle nostre idee e alla credibilità di Giorgia Meloni e innovando la politica con un codice etico che fa della coerenza e della legalità la sua bandiera”. Il gruppo all’ARS poi continua: “Noi siamo stati eletti in Sicilia e a Roma per governare in coalizione nel rispetto delle diversità ma su un cammino comune che traccia la via su cui lavorare insieme. Giorgia Meloni a Roma e Renato Schifani a Palermo sono i garanti di questa alleanza e di questo percorso che deve portare risposte concrete ai bisogni onesti del territorio e della gente. Non si può trasformare la politica in frenesia di potere, famelica ricerca di poltrone. Il mercimonio del consenso non è Politica”.