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23/09/2023 06:00:00

Marsala, la protesta-festa e il corteo a sostegno dei viticoltori...

Sotto la Fontana del Vino di Salvatore Fiume, in piazza Francesco Pizzo a Marsala, ieri pomeriggio, alle 16, c'era più che altro tanta confusione tra festa e protesta.

Ci si aspettava, appunto, la protesta, con tanto di bandiere colorate dei sindacati, degli agricoltori e i fischietti e invece c’era una festa, e i colori presenti, non erano quelli delle bandiere né tantomeno quelli del vino, ma dei costumi dei gruppi folcloristici che si sono esibiti in canti e balli.

Un, quasi fuoriprogramma, allegro e a sorpresa, che aveva il compito di far confluire quante più persone in piazza, prima dell’inizio del corteo ma che con la protesta a sostegno dei viticoltori c’entrava poco e nulla. Solo dopo un’ora di canti tradizionali e dopo un brindisi di buon auspicio, anticipato da un breve intervento, ha preso il via il corteo che dalla Fontana di piazza Pizzo risale via Francesco Crispi, con in testa i tre sindaci Grillo, Anastasi e Tranchida, ai quali si è unito il sindaco di Salaparuta, Vincenzo Drago.

Quando è passata più di un’ora dall’inizio della manifestazione, in molti si sono chiesti e si chiedevano qual era il senso fino a quel momento di quella riunione/corteo per la viticoltura, visto che gli attori principali del mondo del vino, fino a quel momento sono rimasti ai margini. Nel frattempo al corteo si aggiunge qualche consigliere comunale di Marsala e il presidente del consiglio, Enzo Sturiano. In via Roma, invece, poco prima dell’arrivo in piazza Matteotti (Porta Mazara) il corteo subisce un rallentamento, scattano baci e abbracci, perché si è aggiunto il segretario della DC ed ex presidente della Regione Siciliana Totò Cuffaro, a dimostrazione, che pur per una buona causa, quella della crisi del vino, quando bisogna marcare la presenza politica nel territorio, in vista delle prossime competizioni elettorali, non ci si tira mai indietro. E una volta arrivati in piazza della Repubblica (piazza Loggia), l’attesa, i saluti e gli abbracci, sono quelli classici di una campagna elettorale.

Sul palco finalmente, dopo la gran confusione del pomeriggio gli interventi dei sindaci, tra quelli presenti, oltre a Grillo, Anastasi, Tranchida anche Carlo Ferreri di Santa Ninfa, i rappresentanti delle Cantine, il deputato regionale Dario Safina, Davide Piccione dell’associazione “I Guardiani del Territorio” e infine quello del vescovo Angelo Giurdanella. Qui il video dell'intervento del vescovo Giurdanella.

 Qui l'intervento di Davide Piccione:

Qui le interviste a Filippo Paladino, vice presidente di Colomba Bianca, il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida e l'intervento di Dario Safina. 

 

Nel secondo, invece, l'intervista al sindaco di Petrosino Giacomo Anastasi, al sindaco di Marsala Massimo Grillo e infine a Totò Cuffaro segretario nazionale Democrazia Cristiana:

 

Cristina Ciminnisi (M5S): "Il Governo privo di ogni strategia getta la maschera. Solidarietà ai viticoltori" - «Il giorno di fermo della vendemmia indetto oggi dai viticoltori trapanesi e la manifestazione di Marsala per chiedere un aiuto al governo nazionale e a quello regionale sono la rappresentazione plastica di quanto la categoria sia alle corde davanti ad una crisi climatica e una congiuntura economica negativa senza precedenti». La deputata trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, solidarizza con gli operatori del settore e commenta con amarezza l’esito dell’incontro tra il Governo regionale e i soli rappresentanti delle cantine sociali avvenuto 48 ore fa.

«Davanti a questa grave situazione – incalza Ciminnisi - il Governo Regionale getta la maschera e mostra di non avere ancora alcuna strategia per fronteggiare la crisi senza precedenti della viticoltura siciliana. Alla tardiva riunione dell’altro ieri, chiesta con urgenza al Governo Schifani da una più ampia platea quasi tre mesi fa, non erano presenti i rappresentanti dei viticoltori, i sindacati e altre organizzazioni di categoria. Questo pone un problema di metodo».

«Nel merito – aggiunge Ciminnisi – il Governo regionale non è stato in grado di presentare alcun piano di sostegno al settore. Solo una fumosa indicazione su alcuni non meglio precisati strumenti di aiuto attraverso il sistema bancario, come per esempio la moratoria sulle cambiali agrarie, che richiedono comunque tempi tecnici incompatibili con l’emergenza attuale» dice Ciminnisi.

«È evidente – continua la deputata trapanese che ha seguito da vicino la vicenda – che l’unica speranza per il comparto sia un intervento di Roma, attraverso un fondo di solidarietà nazionale, considerato che tutto il settore della viticoltura, dai colli Euganei alle Langhe, dal Chianti ai Castelli romani è in piena crisi. Ma non mi pare ci siano segnali che indichino la disponibilità di risorse economiche da destinare alla viticoltura siciliana, né di altre regioni».

«Se non si interviene subito con misure straordinarie, la vitivinicoltura siciliana subirà una pesantissima contrazione dei redditi aziendali e individuali. La crisi del settore – conclude Ciminnisi – sarà avvertita concretamente sulle famiglie, con riduzione dei consumi e difficoltà a far fronte alle spese quotidiane. Siamo di fronte ad una bomba sociale pronta ad esplodere ed ho la concreta preoccupazione che né il Governo regionale, né quello nazionale abbiano compreso la profondità della crisi che rischia di divenire strutturale». 

 Catanzaro PD: “dal governo regionale tante promesse ma nessun sostegno al settore vitivinicolo - “L’assessore Sammartino ha il dovere di fare chiarezza e dire se il governo regionale, così come sembra, intende abbandonare il settore vitivinicolo o se invece c’è la concreta intenzione di sostenere un comparto fondamentale per l’agricoltura, l’economia e l’occupazione in Sicilia”. Lo dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars, rivolgendosi all’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino in merito al sostegno, annunciato e mai arrivato, al settore vitivinicolo.

“Nei mesi scorsi – aggiunge Catanzaro – il gruppo Pd attraverso i propri rappresentanti in commissione Attività produttive, i deputati Dario Safina e Nello Dipasquale, aveva presentato una risoluzione che prevedeva un primo fondo complessivo da 35 milioni di euro per andare incontro alle perdite del settore dovute soprattutto ai danni provocati dal maltempo e dalla peronospora. Di queste somme era stato assicurato almeno lo stanziamento immediato di 20 milioni, dei quali ancora non c’è traccia. Il governo si era poi trincerato dietro la promessa di ulteriori fondi da individuare attraverso la prossima finanziaria regionale ma anche su questo versante adesso sembra esserci un ripensamento”.

“Non è accettabile che il governo regionale non sia in grado di andare incontro alle legittime richieste di un settore fondamentale come quello vitivinicolo attraverso un sostegno diretto o sollecitando un intervento del governo nazionale tramite il ministero dell’Agricoltura. Chiediamo all’assessore Sammartino ed al presidente Schifani – conclude Catanzaro - di dare una risposta certa alle aziende vitivinicole dalle quali, anche attraverso l’indotto, dipende la sopravvivenza di migliaia di famiglie siciliane”.

Intanto le cose vanno meglio a Pantelleria, dove si sta effettuando l'ultima settimana di vendemmia. L’eccellente qualità delle uve compensa il calo di produzione - L’arido vento di Scirocco accompagna gli ultimi giorni di raccolta delle uve a Pantelleria. È tempo di bilanci per la vendemmia 2023 che ha dovuto fare i conti con condizioni meteorologiche davvero difficili. Le allegagioni del mese di maggio hanno rappresentato la preoccupazione maggiore per i vitivinicoltori panteschi che, loro malgrado, non hanno avuto danni da peronospora, ampiamente presenti nel territorio siciliano.

Interagire con i cambiamenti climatici sarà sempre più una prassi che viene studiata e migliorata, anche in termini di ricerca, da parte dell’Ente Parco Nazionale in sinergia con il Consorzio dei Vini Doc Pantelleria a tutela dell’identità di un prodotto unico come il Passito. Ogni sorso è capace, infatti, di sprigionare l’essenza dell’isola di Pantelleria e dei suoi agricoltori eroici che sfidano per tutto l’anno le avversità atmosferiche con muretti a secco, terrazzamenti e conche per proteggere le viti ad alberello di Zibibbo sapientemente scavate nel terreno vulcanico. Ogni singolo grappolo raccolto esclusivamente a mano e sistemato delicatamente nelle apposite gabbiette rappresenta un pezzo importante nel racconto della tradizione agricola pantesca. Dentro le bottiglie di Zibibbo e Passito, infatti, bisogna sempre ricordare che c’è dentro la cura paziente della mano dell’uomo, la stessa che l’Unesco ha riconosciuto Patrimonio dell’Umanità. Sono valori aggiunti che devono essere interpretati e definiti anche in termini di mercato al quale, quest’anno, Pantelleria propone una qualità eccellente delle uve, nonostante un calo di produzione del 20% secondo una media fra le ultime tre vendemmie.