La commissione Bilancio all’ Ars ha approvato due norme, volute dal governo presieduto da Renato Schifani, che prevedono misure finanziarie di sostegno per le famiglie siciliane e le amministrazioni locali.
L’impegno è di oltre 120 milioni di euro, che verranno inserite nel terzo collegate alla Finanziaria.
L’obiettivo è calmierare l'impatto del rialzo dei tassi d'interesse dei mutui, l’assessore al Bilancio Marco Falcone indica la procedura: “Attraverso l'Irfis, la Regione potrà infatti erogare un contributo alle famiglie al di sotto dei 50mila euro di reddito per compensare i maggiori costi in interessi bancari sostenuti nel 2023 per i mutui a tasso variabile. Ai Comuni, invece, per la prima volta dopo dodici anni potremo pagare la quarta rata del fondo Enti locali entro l'anno in corso, mettendo quindi nella disponibilità dei sindaci tutte le trimestralità che spettano alle amministrazioni. Ciò si traduce in garanzie per i servizi ai cittadini che, a loro volta, potranno meglio sopportare il caro vita grazie all'aiuto della Regione sui mutui”.
A Palermo si è tenuto pure un vertice tra i sindaci e il presidente Schifani, l’allarme degli amministratori è il rischio di perdere 60 milioni di euro di fondi del PNRR.
Il governo regionale si intesterà una proposta di legge abrogativa della disposizione che prevede la distanza dai centri abitati degli impianti di gestione dei rifiuti, molti progetti infatti prevedono la realizzazione di impianti di compostaggio e isole ecologiche in prossimità di centri abitati.
Sulla questione termovalorizzatori il governatore Schifani attende la nomina a commissario straordinario per la loro realizzazione.
Sembra del tutto impantanato, invece, il ddl sulla resurrezione delle Province, importante sarebbe lo stanziamento di somme e Roma non è molto propensa a riportare in vita un carrozzone che ingombra la spesa pubblica.
Solo ai siciliani costerebbero cinque milioni di euro iniziali per indire solo le elezioni, poi per farle sopravvivere tra indennità e gettoni vari ci vogliono altre imponenti somme.
Basta tornare indietro negli anni per verificare la spesa, prima della abrogazione voluta da Rosario Crocetta e dal suo governo, nel 2012 la spesa è stata di 17 milioni di euro, uscite che sono state nettamente inferiori negli anni della loro abolizione: 1.329.778 euro nel 2014, 969.036 euro nel 2015 e 880.446 euro nel 2016.
Storce il naso la Nuova DC di Totò Cuffaro e su quelle elezioni aveva puntato molto: “Il ritorno delle province era nel programma del centrodestra che ha vinto le elezioni regionali. I siciliani si spettano che venga rispettato questo impegno”.
Contrarie le opposizioni, Nuccio Di Paola del M5S ha indicato anche come spendere le somme richieste per le Province: “Circa 20 milioni di euro per resuscitare le Province cui vanno aggiunti altri 5 milioni di euro per indire le elezioni. Una cifra abnorme che la maggioranza targata Schifani sottrarrà alle tasche dei siciliani per creare nuove poltrone. Il Movimento 5 Stelle propone di utilizzare invece queste risorse per aiutare le famiglie a contrastare il carovita con sgravi su spesa, bollette e carburante. La priorità di un governo - spiega Di Paola - deve essere il benessere delle famiglie, non della politica. Ecco perché riteniamo che le province debbano essere riempite di competenze, non di poltrone attraverso delle elezioni di secondo livello. Utilizziamo piuttosto queste risorse per aiutare i siciliani a fare la spesa, a pagare le bollette, ad avere il carburante a prezzi scontati. Facciamolo per tutti, non solo per le imprese, o a click day. A tal proposito siamo già al lavoro per elaborare forme concrete di ristoro. Per questa ragione oggi in commissione Bilancio all’ARS abbiamo chiesto ulteriori approfondimenti dato che lo stesso Schifani non ha ancora presentato un piano dettagliato dei costi e che ci rifacciamo in larga parte a quelli che ci ha fornito il centro studi dell’ARS. Uno schiaffo alla povertà e alle difficoltà che vivono ogni giorno le famiglie siciliane”.
Rossana Titone