L'ex parlamentare di Forza Italia, Salvatore Ferrigno, coinvolto in uno scandalo di corruzione, avrebbe offerto denaro in cambio di preferenze elettorali a Carini, Torretta, Cinisi e Terrasini. Due intermediari, Giuseppe Lo Duca e Piera Loiacono, sono stati condannati a pene severe, mentre Ferrigno affronterà un processo separato.
Nel caso di corruzione che ha coinvolto l'ex parlamentare di Forza Italia, Salvatore Ferrigno, sono emerse gravi accuse di offerta di denaro in cambio di preferenze elettorali in quattro comuni siciliani. Ferrigno, candidato all’Assemblea regionale siciliana nel settembre 2022, avrebbe cercato di ottenere almeno 200 preferenze in ciascuna delle quattro località coinvolte: Carini, Torretta, Cinisi e Terrasini.
Le proposte del cosiddetto "pacchetto garantito" sono state attribuite a Giuseppe Lo Duca, un individuo che operava sotto la direzione del capo mafia di Carini, Nino Di Maggio, e a Piera Loiacono, presunta intermediaria tra Ferrigno e la mafia. Nel 2017, Loiacono aveva tentato di accedere alla carica di presidente della Regione con il supporto del Movimento Politico "Libertas" e dei Liberal Socialisti, dopo aver ricoperto il ruolo di assessore nella giunta del Comune di Campofelice di Fitalia.
In seguito a un processo abbreviato, Lo Duca è stato condannato a 11 anni, 1 mese e 10 giorni di carcere, mentre a Loiacono sono stati inflitti 6 anni e mezzo di reclusione. Ferrigno, che è stato rinviato a giudizio, affronterà un procedimento separato con il rito ordinario.
Il verdetto segna una tappa significativa nell'inchiesta, dimostrando la determinazione delle autorità nel contrastare la corruzione e la criminalità organizzata nella regione.