Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
07/10/2023 06:00:00

Le "strategie di resistenza" di Landescape ad Alcamo

La chiamano “strategie di sopravvivenza”. Quelle necessarie in un territorio, la provincia di Trapani, tra i più poveri d’Italia e che sta mettendo in campo un collettivo di giovani di Alcamo. Si chiamano Landescape, e attraverso l’arte, soprattutto audiovisiva, hanno reso il Museo d’Arte Contemporanea di Alcamo un osservatorio sul territorio e sul paesaggio, ma anche luogo di incontro dinamico e di produzione d’arte.


Il collettivo opera in un bene confiscato, la Casa degli Artisti, infatti si trova in uno degli immobili confiscati a Vito Nicastri, il “re del vento”.


E oggi, 7 Ottobre, in occasione della XIX Giornata del Contemporaneo organizzata da AMACI, il MACA - Museo Arte Contemporanea Alcamo inaugura “Foyer in a buffer zone” a cura di Landescape. Il collettivo, opera all'interno del museo sotto la direzione artistica di Umano Non Umano, e ha prodotto un’installazione site specific in mostra lungo il corridoio dedicato alle azioni performative.


Landescape in questi anni ha messo in campo diverse attività e progetti partendo proprio dal concetto di racconto del territorio, della sua storia e cultura.


Da oggi e fino al 7 dicembre al Collegio dei Gesuiti la mostra che a partire dalla riflessione sui temi che la Giornata del Contemporaneo promuove - le urgenze globali che ci mettono di fronte alla necessità di ripensare il sistema dell’arte contemporanea tramite una rinnovata consapevolezza e una più diffusa sensibilità -, rappresenta le contraddizioni che l’arte contemporanea genera quando si relaziona con la stretta attualità di un territorio conflittuale: la Sicilia.


La mostra “Foyer In A Buffer Zone” distilla la ricerca collettiva in un corpo scultoreo animato all’interno di un ambiente audiovisivo. L'esperienza sonora restituisce l'essenza del corpo che si prende la scena, mentre la luce dello schermo riassicura il visitatore sulla familiarità di un’esperienza fizionale. Se l'audio è presenza, il video è assenza, nello stesso contesto ma fuori sincrono. Nello spazio liminale, tra l'allucinazione audiovisiva e la percezione del visitatore, compare la figura archetipica del giullare. Menestrello, one-man-show, clown, pupazzo, jolly indicano la stessa intenzione, prendere il centro della scena, intrattenere la corte e il re, e uscirne vivo.


La pelle è il campo di battaglia dove diversi agenti hanno tracciato una memoria comune, magnetica come l’occhio, audace come l’orecchio, ambigua come la lingua, forte come le mani. Dura, dura come una pelle. Un regressus ad infinitum, una figura tra due specchi, un feedback loop, uno squarcio per fare entrare la luce, un esplosione già innescata, libidinosum corpus che abita un foyer, un’attesa, una zona cuscinetto, una buffer zone: guerra, incendi, la vanità del consumismo, la mafia, i corpi neri ammassati nelle gabbie, l’estrazione di energia, danno forma ad un paesaggio irrisolto.


Inoltre nella giornata dell’8 ottobre in occasione di FAMU - Famiglie al Museo verrà presentato il riallestimento dell’opera “Attaccabottone” di STUNC, installazione sonora interattiva, appositamente immaginata per i visitatori più piccoli.


Il Museo grazie alla direzione artistica di Landescape è destinatario di finanziamento PAC 2023 (Piano per l'Arte Contemporanea veicolato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura) di 95.00 euro0 per il riallestimento dell'intero corridoio dedicato alle arti performative. L'opera dal titolo "Portali e spazi-tempo" di Matilde Cassani con la partecipazione di Francesco Simeti e Andrea Sala curata da Leonardo Ruvolo insieme al collettivo di Landescape espande lo spazio museografico con l’obiettivo di ampliarne le potenzialità performative, creando un display flessibile e scenografico. L'installazione dialoga con le altre opere e interagisce con l’architettura del museo, assicurando così la performatività della collezione e del suo archivio.