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08/10/2023 06:00:00

Incendi in Sicilia: 62mila ettari bruciati e 60milioni di danni. Non si fa prevenzione e non ci sono mezzi...

Sono 62.561 gli ettari bruciati in Sicilia nel corso di questa estate e sarebbero circa 60 i milioni di euro di danni provocati dagli incendi. Numeri che, purtroppo, pongono la Sicilia come prima regione d'Italia per ciò che riguarda gli incendi. A luglio, infatti, secondo le stime di Legambiente in Sicilia erano bruciati 41.365 ettari di vegetazione, mentre in tutto il territorio nazionale, complessivamente si erano bruciati 51.386 ettari. Da San Vito a Castellammare, da Erice a Scopello, a Monte Bonifato, tante le località della provincia di Trapani avvolte dalle fiamme.

L'isola registra, secondo l'European forest fire information system (Effis),  uno dei dati peggiori degli ultimi anni. Solo nel palermitano sono bruciati 4.314 ettari, il dato più alto da quando sono iniziati i rilevamenti, cioè dal 2008: sono quasi il 3 per cento del territorio comunale. A Palermo, poi, sono morte 5 persone e le fiamme hanno ucciso animali, distrutto fienili, stalle, case, auto, linee elettriche e telefoniche oltre a boschi, prati e campi coltivati. 

Per Legambiente Sicilia la situazione incendi in Sicilia è “ormai completamente sfuggita di mano“ e secondo l'associazione ambientalista i motivi continuano ad essere sempre gli stessi: “ritardi cronici nel controllo e gestione del territorio a fini della prevenzione, non efficace e rapida attività di spegnimento e mancata individuazione dei responsabili”. “Numeri che confermano come questo ecoreato sia tra i più efferati, sia in termini di danno ambientale che economico e, sempre più spesso, anche per perdita di vite umane. Eppure il numero degli incendiari arrestati e condannati resta irrilevante“, sottolinea Legambiente

"Tutte le amministrazioni, a vario titolo competenti, stanno dimostrando di non essere in grado di contrastare le fiamme nell’isola. Per provare ad invertire questo processo, sono necessari provvedimenti radicali, applicando le norme esistenti ma anche pensando a nuovi strumenti. La politica non può sottrarsi alle proprie responsabilità", afferma Vanessa Rosano direttrice di Legambiente Sicilia. Nell’ambito della campagna “Sicilia Messa a Fuoco”, tra ieri e oggi otto ottobre si stanno promuovendo una serie di eventi pubblici di approfondimento.

 

Le proposte, verifiche sui terreni incendiati - Legambiente ha elaborato documenti di analisi e di proposta. L’associazione suggerisce campagne di sensibilizzazione sulla biodiversità e l’attività di commissariamento avviata dalla Regione nei confronti dei Comuni inadempienti alla redazione del catasto degli incendi. Chieste anche ispezioni per verificare se negli anni i terreni distrutti dal fuoco siano stati utilizzati per percepire contributi comunitari nel settore zootecnico e forestale. Legambiente chiede poi di introdurre il divieto tutto l’anno dell’uso del fuoco in pieno campo a partire dalle stoppie e dagli incolti e di estendere il divieto di pascolo e di caccia per dieci anni su tutte le aree con vegetazione naturale e agraria percorse dal fuoco (attualmente riguarda solo i boschi). Piano di gestione forestale sostenibile, controllo sociale e controllo del territorio sono le altre iniziative per le quali Legambiente sollecita le istituzioni.

Le cause degli incendi - La prima causa è l’eliminazione di erbe infestanti dai pascoli attraverso il fuoco e l’incendio come mezzo per eliminare alberi e arbusti su terreni da recuperare e poi coltivare. Un’altra causa è l’estorsione: gli incendi vengono appiccati per obbligare a pagare forme non richieste di protezione, il cosiddetto pizzo, oppure per lucrare sulle assicurazioni. Anche se molti politici hanno chiesto misure più severe contro i piromani, in realtà tutti gli studi e le indagini commissionate sul fenomeno degli incendi nelle regioni del sud hanno chiarito che l’impatto della piromania è trascurabile.

 La riunione ad ottobre di Schifani -  Il presidente della Regione Renato Schifani nei giorni scorsi ha incontrato l'assessore Pagana e i dirigenti dell'assessorato per delineare nuove azioni di prevenzione e contrasto. La strategia per rafforzare le azioni di prevenzione e di contrasto degli incendi è stata al centro dell’incontro tra il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, l’assessore al Territorio e ambiente Elena Pagana, i dirigenti generali del Corpo forestale, Giuseppe Battaglia, della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, e del dipartimento della Programmazione, Vincenzo Falgares. Nel corso del vertice è stata affrontata la questione relativa all’utilizzo dei mezzi antincendio ed è stato delineato un piano che preveda l’uso di fondi strutturali per acquistarne di nuovi, anche pesanti. Si è discusso, anche, della possibilità di acquisire nuovi elicotteri, con una maggiore capacità di carico di liquido estinguente, e di sanzionare quei Comuni che non svolgono attività di controllo sui privati per la pulizia dei terreni. Infine, l'intenzione del governo è quella di ampliare per l'anno prossimo la durata della campagna antincendio facendola partire in anticipo. Il presidente ha aggiornato l'incontro con l'assessore e con i dirigenti alla prossima settimana.

Gara d'appalto per 126 autobotti, ne sono arrivate solo 18 - I mezzi antincendio in Sicilia sono vecchi e poco efficaci ormai. I più recenti in dotazione ai forestali sono stati immatricolati 15 anni fa. Nel 2021 l’ex presidente Musumeci, oggi ministro della Protezione civile, aveva predisposto una gara di appalto per acquistare 126 nuove autobotti. Ma di quel numero, in realtà ne sono arrivate solo 18. Uno dei mezzi antincendio con capacità di 10mila litri di acqua è ancora fermo in un parcheggio della comando forestale a Palermo e nei magazzini ci sono circa 490 kit con dispositivi di protezione individuali per i forestali acquistati a giugno.

Nuovi possibili mezzi ma con un nuovo bando - Schifani pensa a un nuovo bando per l’acquisto di ulteriori nuovi mezzi e anche di due elicotteri all’avanguardia, con una maggiore capacità di carico di liquido antincendio. In Italia soltanto la Sardegna è dotata di un mezzo simile, chiamato Super Puma, che costa oltre 25 milioni di euro. L’unico vero intervento di prevenzione riguarda il richiamo ai comuni che non controllano il loro territorio. La scarsa pulizia di terreni e la rimozione di plastica e copertoni, peraltro obbligatoria secondo un’ordinanza della stessa Regione, è uno dei motivi per cui gli incendi sono stati così vasti. Oggi sono pochi i comuni che impongono ai privati la pulizia di campi e boschi con qualche severità.

Censimento catasto incendi non rispettato da tanti comuni - Il catasto incendi ha una serie di divieti, prescrizioni e sanzioni per chi costruisce o comunque interviene su aree incendiate. Per esempio, i boschi e i pascoli incendiati non possono avere una destinazione diversa da quella precedente all’incendio per almeno quindici anni: questa legge è stata pensata per evitare che venissero appiccati incendi con l’obiettivo di sfruttare i terreni e costruirci sopra. Il censimento dovrebbe essere fatto dai comuni, ma 127 non l’hanno mai fatto negli ultimi anni e per questo la regione ha deciso di inviare commissari chiamati ad aggiornare il catasto delle aree incendiate al posto delle amministrazioni.

Il M5S rilancia la richiesta di una commissione d’inchiesta - Il Movimento 5 Stelle torna a chiedere con forza l’istituzione di una commissione di inchiesta sugli incendi boschivi avvenuti nel corso dell’estate in Sicilia. Una richiesta già avanzata con ordine del giorno dalle deputate Roberta Schillaci e Cristina Ciminnisi, e illustrato dalla deputata trapanese a nome del gruppo, nel corso di un intervento d’aula pronunciato l’1 agosto scorso. Il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca, dopo aver appreso che il Presidente Schifani riferirà all’Aula sull’argomento nella seduta del 18 ottobre prossimo ha commentato che «da un governo in catalessi è già tantissimo sapere che chi lo guida verrà a rispondere sui tanti buchi neri che quest'estate si sono registrati sul fronte della lotta agli incendi». «Schifani – ha detto De Luca – si prepari a dare risposte convincenti e ad annunciare soluzioni praticabili. Basta con i pannicelli caldi: i roghi di questa estate hanno lasciato ferite troppo grandi e causato persino morti per prendere il fenomeno sottogamba». Nell’interrogazione, prima firmataria Ciminnisi, presentata insieme all’ordine del giorno del gruppo, la deputata trapanese pone una serie di quesiti e avanza anche l’ipotesi di una riforma del sistema della forestazione: «Vogliamo sapere – interroga Ciminnisi – quali attività prescritte nel piano di prevenzione sono state messe in atto e quali no. Vogliamo capire se la Regione ha fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità per prevenire i disastri che abbiamo registrato. Bisogna capire dove si è sbagliato per potervi porre rimedio. La Sicilia non può continuare a vivere nel terrore degli incendi estivi, serve una strategia e – come abbiamo ripetuto mille volte – serve anche e soprattutto una riforma della forestazione che garantisca alla nostra terra una forza lavoro presente tutto l’anno».

La CNA Dona alberi ai comuni di Lascari, Gratteri e Cefalù - Gli incendi che hanno fortemente colpito i comuni di Lascari, Gratteri e Cefalù, in provincia di Palermo, divampati il 22 settembre scorso, hanno lasciato un territorio ferito al cuore e devastato, una comunità flagellata e segnata in modo indelebile dal dolore che ha provocato anche la morte di Maria David, la donna che ha sfidato le fiamme per salvare i suoi cavalli. La CNA Confederazione Nazionale Artigianato Piccola e Media Impresa si è proposta come parte attiva della ricostruzione e di donare mille alberi ad ognuno dei tre comuni.

Sabato 30 settembre, una delegazione della CNA, capitanata da Dario Costantini presidente nazionale, Pippo Glorioso segretario provinciale di Palermo, Piero Giglione segretario regionale della Sicilia, Giuseppe La Vecchia presidente provinciale di Palermo e Vincenzo Geloso vice presidente vicario provinciale di Palermo, ha incontrato i tre sindaci ognuno nel proprio comune, Giuseppe Muffoletto sindaco di Gratteri, Franco Schittino sindaco di Lascari e Daniele Tumminello sindaco di Cefalù e anche il vice sindaco Saro Lapunzina. I tre comuni hanno indetto un consiglio comunale aperto al quale hanno partecipato i consiglieri comunali, i sindaci, gli assessori, i delegati della CNA ma anche i residenti colpiti dagli incendi.

"Mille alberi di ulivo, un gesto simbolico, l'ulivo è l'albero della pace, - dice Pippo Glorioso - vogliamo dimostrare la nostra vicinanza a queste popolazioni con un gesto concreto. Il nostro obiettivo è quello di incidere e di arrivare al governo centrale, al ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida perché metta in campo delle misure di prevenzione efficaci e perché la gente non debba trovarsi ogni anno a fronteggiare da sola queste tragedie. Lanciamo questo appello anche al presidente della regione siciliana Renato Schifani e all'assessore all'Agricoltura Luca Sammartino".

"Prima di incontrare i rappresentanti dei tre comuni profondamente colpiti dagli incendi - dice Dario Costantini, presidente nazionale di CNA - ho avvisato il ministro Francesco Lollobrigida della mia visita qui, sicuramente la prossima settimana riferirò di quello che ho visto, la tensione e la preoccupazione che ho sentito provenire dai territori e soprattutto le proposte che sono emerse per prevenire gli incendi".