Al momento è solo una proposta di legge ma ci sono tutte le condizioni, e i numeri, perché questo governo regionale possa trasformarla in legge. Si tratta di una riforma delle Asp siciliane, con nuove 6 aziende che si aggiungono alle precedenti.
Questo in termini di numeri significano 6 manager in più ma anche direttori sanitari e amministrativi in più. Più potere e più poltrone.
La proposta di legge lascerebbe invariato il numero di ASP, nove in tutto, ma avrebbero un cambio di competenza: si occuperebbero solo di assistenza territoriale, quindi di distretti sanitari, poliambulatori, ospedali di comunità, semmai vedranno la luce, e delle strutture convenzionate.
Per le ASP niente più gestione degli ospedali di provincia.
L’assessora alla Salute Giovanna Volo ha previsto, all’articolo 3 della proposta di legge, le aziende ospedaliere riunite a cui si aggiungono 6 aziende ospedaliere nuove, che avranno un direttore generale, che nominerà un direttore sanitario e uno amministrativo.
Il Civico-Di Cristina a Palermo gestirà l’ospedale Ingrassia e gli ospedali di Termini Imerese e Petralia Sottana; Villa Sofia-Cervello guiderà gli ospedali di Partinico e Corleone; Il Cannizzaro di Catania avrà pure la gestione degli ospedali di Acireale, Biancavilla, Giarre e Bronte; il Garibaldi avrà la guida dei presidi di Caltagirone, Militello e Paternò. Il Papardo di Messina gestirà gli ospedali di Milazzo, Taormina, Patti, Barcellona, Sant’Agata di Militello, Lipari e Mistretta.
L’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani gestirà gli ospedali di Marsala, Castelvetrano, Mazara, Alcamo, Salemi e Pantelleria; l’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento gestirà anche i presidi di Sciacca, Ribera, Licata e Canicattì; l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta gestirà Gela, Mussomeli, Niscemi e Mazzarino; l’Umberto I di Enna gestirà Nicosia, Piazza Armerina e Leonforte; il Giovanni Paolo II di Ragusa gestirà il presidio “Arezzo” e quelli di Modica, Scicli, Vittoria e Comiso; il nosocomio di Siracusa gestirà Lentini, Avola-Noto e Augusta.
Tutto il personale degli ospedali farà riferimento non più alle ASP ma alla gestione dell’ospedale capofila.
I due poliambulatori, uno di Lampedusa e l’altro di Linosa, passeranno dalla gestione Asp di Palermo alla gestione ASP di Agrigento.
Ci sarà un accorpamento di posti letto e una diminuzione dei reparti doppioni, quindi è prevista pure una riformulazione della rete ospedaliera.
CINQUE STELLE. “Apprendere dalla stampa i contenuti della riforma principe della sanità è l'ennesimo schiaffo di Schifani al Parlamento. È l'ulteriore conferma che per il presidente della Regione, l'Ars, dove Schifani non si vede praticamene mai, è solo un fastidioso orpello. Sia chiaro, noi non siamo disposti a fare i notai delle decisioni prese dalla giunta, specie per scelte fondamentali che regoleranno la vita di tutti i siciliani per i prossimi anni, come quella per il riordino del servizio sanitario regionale”
Lo afferma il capogruppo del movimento 5 stelle all'Ars, Antonio De Luca.
“Al di là delle indiscrezioni di stampa – dice Antonio De Luca - attendiamo di conoscere quali siano i reali intendimenti del governo e chiediamo di conoscerli nella sede deputata a trattare queste tematiche, la commissione salute dell'Ars. Non firmeremo cambiali in bianco, avallando decisioni che portano a una moltiplicazione delle poltrone della sanità senza che queste siano slegate dal controllo politico, cosa che è stata la causa principale del disastro del sistema sanitario cui stiamo assistendo. Occorre mettere il cittadino e il diritto alla salute al centro della riforma e avere il coraggio di slegare la sanità dalla politica”.
CISL. "Una riforma del sistema sanitario regionale è necessaria come è necessario il fatto che questa sia il risultato di un confronto con le parti sociali. Positivo dunque che l'assessore alla Salute Giovanna Volo descriva il documento reso noto da alcune testate 'una mera ipotesi di studio che necessita di un lavoro di approfondimento'". A dichiararlo sono Paolo Montera e Marco Corrao, rispettivamente segretario generale e segretario regionale con delega alla Sanità della Cisl Fp Sicilia, commentando la pubblicazione di una bozza non ufficiale di riorganizzazione delle aziende del servizio sanitario regionale. "Di fronte a questa ipotesi - commentano ancora i sindacalisti della Cisl Fp Sicilia - non abbiamo posizioni pregiudiziali né favorevoli. Le valutazioni nel merito vanno fatte di fronte ad atti concreti. Abbiamo piuttosto la consapevolezza che con l'arrivo delle ulteriori strutture finanziate dal Pnrr, come le Case della Comunità, i Centri operativi territoriali e gli Ospedali di Comunità sarà necessario ridisegnare il sistema sanitario risolvendo anche le criticità del passato". "Lavoriamo - proseguono Montera e Corrao - perché venga ridisegnata una sanità a misura di persona, sempre più capace di rispondere ai bisogni dei cittadini e di migliorare gli ambienti che vivono i lavoratori che, specie nella rete dell'emergenza urgenza anche a causa delle inefficienze del sistema, lavorano mettendo a rischio la loro incolumità". "Il tema - affermano Montera e Corrao - investe, tutti i professionisti sanitari, del comparto e dei medici, i servizi e tutti i cittadini ed è oggetto della massima attenzione da parte della Cisl Fp, della Cisl Medici e della Cisl siciliane. Considerato, peraltro che, unitariamente alle altre sigle confederali, abbiamo inoltrato richiesta di convocazione, ci avrebbe stupito se il documento fosse stato riconosciuto come ufficiale dal governo. Siamo pertanto certi, che nel clima di buone relazioni sindacali, instaurato sin dall’inizio dall'assessorato alla Salute, i sindacati possano partecipare al processo di redazione della nuova geografia del sistema sanitario fornendo alla Regione il necessario punto di vista dei lavoratori che ogni giorno sono in prima fila per offrire servizi sanitari ai cittadini. Ovvio che seguiremo passo dopo passo ed in tutte le sedi istituzionali l’iter che va da un’ipotesi ad una riforma”.
CIMO. “La bozza di revisione della Legge 5 del 2009 fatta circolare nei giorni scorsi e pubblicata da alcuni mezzi di informazione, non poteva non suscitare un vero e proprio vespaio”. Lo dichiara in una nota, il segretario regionale CIMO (Confederazione Italiana Medici Ospedalieri) Giuseppe Bonsignore. “Il contenuto di quello che l’Assessore regionale alla Salute Giovanna Volo ha definito “ipotesi di studio” - aggiunge il dirigente sindacale - era stato, a grandi linee, preannunciato alle organizzazioni sindacali della dirigenza medico-sanitaria nel corso di un confronto tenutosi il 18 settembre scorso, accompagnato dall’impegno di una preventiva consultazione degli stessi sindacati”. “Oggi - evidenzia Bonsignore - viene fuori questa bozza avanzata, quasi un testo di Legge già preconfezionato senza che ci sia stato alcun ulteriore confronto e tanto meno alcuna informazione preventiva. Senza entrare nel merito del testo - conclude Bonsignore - troppe sarebbero le sottolineature da fare, riteniamo imprescindibile il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali che rappresentano gli operatori del settore, sulle cui spalle alla fine verrebbero a ricadere gli effetti della nuova riforma che, a una prima lettura, rischiano di essere devastanti”.