18,00 - Accusato di violenza sessuale, Francesco Paolo Auguzza di 37 anni è stato assolto per l'accusa principale e condannato a sei mesi di reclusione per un solo capo di imputazione: il porto abusivo di un coltello.
E' stato prosciolto dall’accusa di lesioni gravi per un vizio di forma. E’ stata, infatti, ritenuta processualmente insufficente la querela della vittima, raccolta dalla polizia.
La sentenza è stata emessa, nel tardo pomeriggio di oggi, dal tribunale di Trapani. Il Pm, aveva chiesto, per l’imputato sei anni e sei mesi. Dopo la lettura della sentenza, Francesco Paolo Anguzza è stato rimesso il libertà, perchè è stata dichiarata anche l'inefficacia della misura cautelare.
I fatti contestati all’imputato si svolsero, lo scorso mese di novembre, alle Mura di Tramontana. Ripreso dalle telecamere, collocate nella zona, Francesco Paolo Anguzza venne arrestato dagli agenti della Squadra mobile a conclusione di una indagine- ampo.
Lui, però, difeso dall'avvocato Salvatore Galluffo, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti che gli venivano contestati. Ha ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con Natalya, sostenendo che lei era consenziente. Rapporto sessuale confermato dalla stessa vittima, assistita dall'avvocato Fabio Sammartano.
6,00 - E' attesa per questa mattina davanti ai giudici del Tribunale di Trapani la sentenza del processo per violenza sessuale in cui è imputato il 37enne Trapanese, Francesco Paolo Anguzza. L'uomo è accusato di aver violentato, il 25 novembre del 2022 (Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne) alle Mura di Tramontana, una donna ucraina di 44 anni, Natalya, fuggita dal suo Paese allo scoppio della guerra con la Russia.
L'arresto di Anguzza - Anguzza che venne arrestato dagli agenti della Squadra mobile della questura del capoluogo a conclusione di una indagine lampo. Le telecamere della videosorveglianza del centro storico di Trapani hanno ripreso, di notte, un uomo (Anguzza) e la donna (Natalya), che camminavano sulle Mura di Tramontana. Si vedono le sagome e i vestiti. Gli stessi che aveva la donna ucraina quando è stata trasportata in ospedale dopo essere stata violentata su una panchina. E gli stessi vestiti indossava Anguzza quando gli agenti della Squadra Mobile sono andati a prelevarlo. Lui, però, difeso dall'avvocato Salvatore Galluffo, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti che gli vengono contestati. Ha ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con Natalya, sostenendo che lei era consenziente.
La ricostruzione degli investigatori - Secondo quanto ricostruito dagli investigatori i due, la notte tra il 24 e il 25 novembre si sono recati alle Mura di Tramontana. Dopo essersi seduti su una panchina avrebbero iniziato a bere. Il 37enne avrebbe tentato un approccio con la donna che, però, lo avrebbe respinto scatenando la sua violenta reazione. Il sangue trovato la mattina seguente sulla panchina testimonia la ferocia con la quale l'uomo si sarebbe accanito contro la vittima, picchiata e stuprata. Anguzza l'avrebbe aiutata a scendere la scalinata e raggiunta la strada sottostante l'avrebbe lasciata lì sanguinante. Mentre s'incammina si è imbattuto in una persona alla quale ha chiesto di chiamare una ambulanza: "c'è una donna ferita", avrebbe detto.
Violenza confermata dalla vittima - Nel corso dell'incidente probatorio, la vittima, assistita dall'avvocato Fabio Sammartano ha confermato il rapporto sessuale, aggiungendo, però: “Mi ha fatto una richiesta che io non ho voluto assecondare e mi ha presa con la forza”. E di rapporto sessuale contro natura ha parlato in aula il medico del "Sant'Antonio Abate", dove Natalia subì un intervento chirurgico.
La deposizione di Anguzza in dibattimento - "Quella notte ero ubriaco e ricordo poco. Ero talmente ubriaco che quando l'ambulanza si è allontanata mi sono addormentato davanti al portone di un palazzo del centro storico perchè non avevo la forza per tornare a casa". "Ricordo però - ha ammesso - che con Natalia ho avuto un rapporto sessuale". Ed ha anche aggiunto: “Lei mi chiese di fermarmi”. La vittima, assistita dall' avvocato Fabio Sammartano, si è costituita parte civile.
La testimonianza del medico - All'ultima udienza che si è tenuta il mese scorso ha testimoniato il medico del pronto soccorso dell'ospedale di Trapani che ha prestato le prime cure a Natalya. Il professionista che operò la donna si è soffermato, in particolare, sulle ferite riportate dalla vittima.