Il dramma delle ex Province agita ancora l’ARS, mancano i soldi, non c’è personale adeguato, si viaggia in un limbo oramai da oltre 10 anni.
Il ripristino dell’ente intermedio è oramai cosa da accantonare almeno per i prossimi mesi, sicuramente dopo le elezioni europee si tornerà a parlare di Province, non si esclude con un sistema misto di elezioni: primo livello presidente, secondo livello i consiglieri. Ma è ancora troppo presto per saperne qualcosa in più.
A lanciare l’allarme è la deputa M5S Martina Ardizzone: “E’ inutile fare giri di parole, la situazione economica delle ex province, è tragica in termini di risorse e personale. Così sono destinate a fallire, a prescindere dalla riforma in itinere che, col costo delle poltrone dell’organo politico, non farà altro che peggiorare la situazione. Il grido di allarme che, numeri alla mano hanno lanciato i dirigenti – dice Ardizzone - non può rimanere inascoltato. I trasferimenti statali non solo sono diminuiti nel corso degli anni, ma le risorse sono andate progressivamente in rosso a causa del prelievo forzoso imposto dalla legge di stabilità negli ultimi anni. In partica, se le ex province stanno ancora in piedi, lo si deve alle economie di bilancio. Ma è chiaro che così non si può andare avanti, anche perché non c’è il personale per farlo: mancano soprattutto i dirigenti e i tecnici per portare a compimento i progetti relativi ai finanziamenti extraregionali. A Caltanissetta negli ultimi 8 anni i dipendenti sono passati da 600 a 180, con solo due dirigenti in servizio. A Palermo il personale in servizio è solo di 500 unità a fronte dei 1600 dipendenti del 2015”.
Sulla riforma poi delle Province e una loro eventuale resurrezione Nuccio Di Paola, vicepresidente M5S dell’Ars e componete della commissione Bilancio, parla di criticità: “E’ ovvio che la riforma in itinere non farà altro che peggiorare la situazione a causa del costo dell’organo politico, che inevitabilmente finirà col gravare su bilanci così disastrati. La priorità dovrebbe essere quella di erogare servizi efficienti ai cittadini, che oggi, come è sotto gli occhi di tutti, sono sempre più precari”.
Intanto è stata convocata per ieri la giunta regionale, il presidente Renato Schifani all’ordine del giorno ha messo una proposta per mettere insieme le sale operative regionali di Protezione civile e del Corpo forestale, e poi ancora l’attività di rimodulazione dei fondi extraregionali, la rimodulazione dei fondi europei 2014-2020 da inoltrare al Comitato di sorveglianza.
All’ordine del giorno anche le nomine dei dirigenti della Sanità, che sono in scadenza il 31 ottobre, per loro è prevista una proroga, le nomine nuove si andrebbero a scontrare con prima l’approvazione del bilancio e poi con le elezioni europee, meglio non rischiare.