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17/10/2023 07:37:00

 Processo omicidio Titone: respinte tutte le eccezioni della difesa

Alla seconda udienza del processo avviato davanti la Corte d'Assise di Trapani (presidente Daniela Troja) per l’omicidio del 60enne pregiudicato marsalese Antonino Titone, detto “u baruni”, i giudici hanno rigettato tutte le eccezioni della difesa. Titone è stato ucciso a colpi di “piede di porco” all’interno della sua abitazione di via Nicolò Fabrizi, nella zona di “Porticella”. Per il delitto, consumato nella tarda mattinata del 26 settembre 2022, alla sbarra degli imputati ci sono Giovanni Parrinello, di 42 anni, anche lui pregiudicato, e la compagna Lara Scandaliato, di 30.

Alla prima udienza, lo scorso 18 settembre, erano state sollevate le eccezioni difensive già respinte dal gup di Marsala Chiara Vicini in fase di udienza preliminare. Adesso, è stata rigettata anche la richiesta di perizia psichiatrica avanzata dall’avvocato Salvatore Fratelli per la Scandaliato, alla quale si erano opposti il pm Marina Filingeri e il legale di parte civile, l’avvocato Vito Daniele Cimiotta, che assiste una sorella della vittima.

Per il Parrinello, a sollevare eccezioni era stato l’avvocato Nicola Gaudino. Sono state respinte anche queste, compresa quella di legittimità costituzionale per la quale il legale aveva chiesto l'invio degli atti alla Corte costituzionale. Quattro, in tutto, le eccezioni sollevate e ritenute infondate dai giudici. Successivamente, la Corte d’assise si è ritirata in camera di consiglio per un’ulteriore richiesta della difesa: quella di rito abbreviato, previa l’esclusione di tutte le aggravanti. L’abbreviato prevede, in caso di condanna, uno sconto di pena pari ad un terzo. Ma anche questa richiesta è stata respinta. Aperto, quindi, il dibattimento, sono state formulate le richieste di prova di accusa e difesa. Alla prossima udienza, il 20 novembre, si comincerà quindi ad ascoltare i primi testi, cominciando da quelli dell’accusa.

Tre quelli che saranno citati. Nella stessa data verrà nominato il perito che dovrà trascrivere le intercettazioni. I due imputati sono accusati anche di rapina, perché dopo l’omicidio si è impossessata del portafogli del Titone, dal quale il Parrinello, arrestato alcune ore dopo dai carabinieri, vantava un credito. Pare, sia stata questa la causa scatenante del delitto. Fu la Scandaliato, lo stesso giorno dell’omicidio, interrogata dai carabinieri, ad accusare il compagno e a far ritrovare l’arma: un piccolo piede di porco con cui fu fracassato, con 27 colpi, il cranio al Titone. Secondo gli investigatori, alla base del fatto di sangue ci sarebbe stato, molto probabilmente, un vecchio debito non saldato della vittima per una fornitura di stupefacenti. Subito dopo i fatti, in caserma, la donna aveva raccontato di aver aspettato fuori, mentre il compagno colpiva a morte il Titone. Lo scorso 10 giugno, però, anche la donna è finita in carcere. Gli investigatori, infatti, hanno scoperto che la donna non era fuori dall’abitazione del Titone, ma sarebbe stata dentro con Parrinello e avrebbe partecipato al delitto.