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24/10/2023 06:00:00

Disturbi alimentari in crescita. Cosa si sta facendo in Sicilia

I disturbi del comportamento alimentare sono il male silenzioso, che parla di disagio, per poi esplodere in tutta la sua forza con l’unica voce che può: chiedere aiuto.


I disturbi alimentari sono cresciuti durante la pandemia del 30%, ne soffrono per il 90% le ragazze. Vomitare cibo, vomitare succhi gastrici, vomitare più nulla e indurselo ancora per farsi male, perché quel corpo diventa una prigione. Rifiutare il cibo o mangiarne così tanto da sentirsi male, e di nuovo vomitare.
Giovani e belle, ragazze che possono conquistare il futuro ma quel corpo a loro non va bene, si sentono troppo o anche troppo poco, inadeguate con il corpo ma soprattutto con la mente. Lo specchio diventa nemico, alcune si salvano grazie all’attento aiuto dei genitori, che si rivolgono alle cliniche specializzate, altre si spengono lentamente tra sogni e speranze, quella cameretta resta un posto blindato e sicuro, l’unico in cui si sentono non giudicate. È necessaria consapevolezza individuale e sociale di fronte all’aumento dei casi negli ultimi anni, i DCA sono riconosciuti a livello psichiatrico, sono malattie debilitanti a livello mentale e poi fisico.
E le parole hanno un passo lento e poi veloce: i disturbi dell’alimentazione possono portare alla morte. Non è semplice riconoscere di avere un disturbo dell’alimentazione, la nostra società tende a normalizzare comportamenti che, invece, devono essere riconosciuti e immediatamente tamponati.
Si parte da un malessere, che poi diventa disturbo della percezione corporea, che porta le persone a non riuscire a vedersi per come si è in realtà.
Tutte queste ragazze e ragazzi partono da una certezza che i mesi successivi smontano: smettere quando vogliono, ma il tunnel è stato tracciato. Ci sono centinai di adolescenti stretti nella morsa di questi disturbi, il ministero della Salute la chiama epidemia, mangiare e svuotarsi, digiunare e pensare di pesare troppo.


Alla ricerca di una perfezione che non c’è, che non esiste,
ed è questo che ai ragazzi e alle ragazze bisogna dire, inseguire modelli non reali significa consegnarsi ad un mondo falso. Abbracciare la consapevolezza, l’accettazione di un corpo che cambia, che sta bene, che porta con sé la bellezza della giovinezza e anche della diversità. Il sentimento del volersi bene, del guardarsi con fierezza e prendersi cura di sé. Operazione difficile in un mondo di apparenza, necessario partire da sè.
Dai disturbi dell’alimentazione si può uscire, servono equipe multidisciplinari, centri specializzati che si occupino solo di questo disturbo, come avviene nel nord del Paese, con attenzione alla salute della mente, con spazi accoglienti e belli.


I dati del ministero della Salute ci dicono che il 40% dei ragazzi colpiti da DCA hanno tra i 12 e i 17 anni di età, il 25% ne ha meno di 14, il 6% nemmeno 12. I morti sono 3000, il 90% sono donne. Si tratta di dati censiti tra quanti si sono rivolti alla Sanità per tentare di salvarsi la vita, c’è molto sommerso che non viene rintracciato.

I centri in Italia sono ancora troppo pochi, il Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto Superiore di Sanità ha contato 126 strutture in Italia, 112 pubbliche e 14  sono cliniche private accreditate al SSN. 
Sessantatré di questi centri si trovano al Nord, 23 sparsi tra il Lazio e l’Umbria e qualche altra regione del Centro, 12 in Campani, 7 in Sicilia, meno della metà di questi centri però prende in carica minori al di sotto dei 14 anni.

Cosa più grave è che tantissime regioni non hanno una rete completa con i 4 livelli previsti: ambulatori specializzati in DCA, servizi semiresidenziali, servizi residenziali extraospedalieri h24 che dovrebbero garantire la presa in carico per 5 mesi, i servizi ospedalieri che prevedono il ricovero salvavita per chi rifiuta le cure, e la nutrizione artificiale.

La Regione Siciliana si è dotata di una rete ambulatoriale dedicata alla prevenzione e alla cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, l’assessore alla Salute Giovanna Volo ha firmato il decreto che contiene anche i Percorsi diagnostici terapeutici e assistenziali (Pdta) per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.