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27/10/2023 06:00:00

Abusivismo. In Sicilia demolizioni a rilento. E c'è il primo sì alla sanatoria della destra

 E’ l’isola del cemento selvaggio, delle case costruite sulle spiagge, di un’illegalità edilizia diffusa. Di un consumo del suolo eccessivo che porta al dissesto idrogeologico. E’ l’isola in cui i politici strizzano continuamente l’occhio agli abusivi, a chi ha costruito in barba alle norme. E lo hanno fatto anche adesso, con un disegno di legge che sana le case abusive costruite sulla costa fino al 1983.

Si tratta di una vera e propria sanatoria, che ha superato il primo ostacolo all’Ars. La commissione Territorio e Ambiente ha infatti dato il via libera alla sanatoria delle case costruite sulle spiagge fra il 1976 e il 1983 in Sicilia. Il testo presentato dal capogruppo di Fratelli d'Italia presto sarà esaminato in aula.
Un condono che va in senso opposto agli sforzi che si stanno facendo per ripristinare la legalità. In un territorio, quello Siciliano, in cui soltanto il 20% degli ordini di demolizione è stato eseguito.


Cosa prevede il disegno di legge- Poche righe, ma che permetterebbero di salvare migliaia (si parla di centinaia di migliaia) di case abusive. Il disegno di legge consente di recuperare tutte le domande di sanatoria presentate in base alla legge del 1985 (il primo grande condono italiano) e finora bocciate perché rimaste impigliate in una guerra interpretativa delle norme varate a livello nazionale e di quelle vigenti in Sicilia.
Formalmente è un provvedimento che, attraverso la formula dell’interpretazione autentica di precedenti norme, riapre il condono del 1985. Cioè la sanatoria varata a livello nazionale dopo le leggi che avevano introdotto i limiti di edificabilità: la più nota delle quali è del 1976 che aveva vietato, appunto, di realizzare immobili entro i 150 metri della battigia. Un vincolo che ha resistito fino a oggi. La norma voluta da Fratelli d'Italia permette di salvare centinaia di migliaia di case (si parla di una cifra compresa fra 200 mila e 400 mila) costruite nei 150 metri dalla battigia fra il 1976 e il 1983. Dopo quella data la legge Galasso ha definitivamente vietato di realizzare immobili sulle spiagge, ampliando il limite ai 300 metri, quindi nulla si potrebbe fare.

I numeri dell’abusivismo in Sicilia - Tutto ciò in un’isola in cui il mattone selvaggio sulla costa ha dimensioni importanti. E soprattutto il contrasto all’abusivismo edilizio va molto a rilento. Bastano i numeri dell’ultimo rapporto “Abbatti l’abuso”, di Legambiente, per avere una fotografia.

In Sicilia, infatti, l’80 per cento delle costruzioni irregolari è ancora in piedi, mentre meno del 20 per cento è stato abbattuto. Eppure negli ultimi 18 anni sono state emesse 18 mila ordinanze di demolizione. Ciò che manca, però è l’esecuzione,  la ruspa che si accende per demolire l’abuso. In Sicilia sono state emesse ordinanze di abbattimento per 18.409 strutture irregolari dal 2004 al 2022, ma ne sono state eseguite solo 3.543. Appena il 19,2 per cento delle ordinanze.
Stando al rapporto Agrigento con il 33 per cento è la prima provincia siciliana per rapporto tra ordini di demolizione ed esecuzione. E’ seguita da Palermo con il 21 per cento, Trapani con il 20,6 per cento, Ragusa e Messina con il 19 per cento. Enna resta sopra la media nazionale con il 15,6 per cento, mentre Siracusa si ferma al 14,3 per cento. Uniche province sotto la media nazionale sono Catania, con il 12,5 per cento e Caltanissetta con appena il 7,9 per cento.

 

 


“Urgente arginare la piaga dell’abusivismo edilizio. Il Paese non ha bisogno di condoni ma di legalità. Si potenzino le attività di demolizione delle case abusive e si dia più ruolo e responsabilità ai prefetti restituendo il senso originario all’art. 10bis della Legge 120/2020, se necessario, anche con un nuovo intervento legislativo”, scrive nel rapporto Legambiente.


I fondi che i Comuni non chiedono - Le amministrazioni hanno sempre dichiarato di non avere i fondi per abbattere gli immobili abusivi. Da cinque anni il Ministero dei Trasporti garantisce risorse. Copre esattamente il 50 per cento del costo “degli interventi di rimozione o di demolizione delle opere”. Nel 2023 sono stati stanziati 2,2 milioni, ma in Sicilia solo i Comuni di Carini, Scicli e Favignana hanno ricevuto finanziamenti per un totale di 117 mila euro.

Il caso Carini - Sono pochi i Comuni e i sindaci in Sicilia che stanno andando avanti con le demolizioni. Come Carini, nel Palermitano. Nei giorni scorsi sono state avviate le demolizioni di altre sei case abusive costruite sulla costa eseguendo così le ordinanze di demolizione. A Carini saranno abbattuti altri sei immobili abusivi, tra cui un insediamento abitativo composto da ben otto casette (alcune prefabbricate e alcune in muratura) che si trova sul lungomare Cristoforo Colombo. Proprio sul lungomare, lunedì scorso le ruspe sono tornate in azione per demolire una villetta, grande circa 100 metri quadrati. A realizzare le demolizioni l’impresa SCM Srl di Favara che ha vinto la gara e che dovrà completare l’intervento entro 168 giorni lavorativi, dalla data di consegna dei lavori (11 agosto). Gli abbattimenti sono finanziati al 50 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e al 50 per cento dal Comune. Nel dettaglio la demolizione dei sei immobili è stata inserita in un progetto per la richiesta del contributo del fondo di demolizione del ministero delle infrastrutture e dei trasporti MIT3 che è stato approvato per un importo di 290 mila euro.

 

 

E il sindaco di Carini, Giovì Monteleone, si schiera contro la sanatoria passata in commissione all'Ars.
"È una follia perché significa vanificare tanto lavoro svolto per ripristinare lo stato originario delle nostre spiagge. È un’ingiustizia nei confronti di chi vuole fruire del mare per la balneazione e anche nei confronti degli stessi abusivi che già hanno subìto le demolizioni. Inoltre istiga i destinatari delle ordinanze di demolizioni a resistere in sede amministrativa rallentando le procedure avviate, con tanta fatica, per ridare il mare alle presenti e alle future generazioni. Voglio sperare che l’assemblea regionale abbia il buon senso di respingere questa provocazione – continua il primo cittadino – nell’interesse dell’ambiente nell’interesse della Sicilia e dei siciliani per i quali, ricordo, il mare è la principale risorsa di vita e fonte di lavoro”.

 


“Confronto con i comuni” - “E’ indispensabile che vi sia un confronto con gli Enti locali vista la rilevanza del tema e l’impatto che l’attuazione di una norma di questo genere potrebbe avere sui comuni”. Hanno dichiarato Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’ANCI Sicilia commentando la notizia relativa al via libera, in Commissione Territorio e Ambiente dell’ARS, all’emendamento al DDL Urbanistica che assicurerebbe un condono alle costruzioni abusive realizzate entro 150 metri dalla costa.
“Considerata l’importanza della questione – aggiungono Amenta e Alvano – l’ANCI Sicilia convocherà nei prossimi giorni la propria Commissione Urbanistica con il fine di realizzare un confronto fra esperti e amministratori locali dell’Isola per comprendere l’effetto di tale modifica normativa sui territori”.